Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata ospite di Nicola Porro ieri sera a Quarta Repubblica, su Rete4, pronta a spiegare e approfondire alcuni degli argomenti che negli ultimi giorni hanno tenuto sulle spine il Paese. La riforma della Giustizia, il premierato, TeleMeloni, le presunte dimissioni di Giorgetti e soprattutto il contrasto tra il senatore della Lega Claudio Borghi e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Giorgia Meloni ha voluto parlare anche della questione riguardante il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, così come il caso giudiziario che vede imputato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Il premier ha voluto spiegare che nel suo saluto “poco istituzionale” a De Luca non c’era nulla di preparato se non la voglia di rivalsa nei confronti del presidente.
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“Non ho consulenti americani, sono una persona molto spontanea e mi sono data una regola: sii te stessa, perché tanto non puoi sembrare una persona diversa – ha spiegato il premier – Forse lo puoi sembrare nel breve periodo, ma penso che la gente debba sceglierti o non sceglierti guardando effettivamente a chi sei. Quindi se mi viene in mente di fare una cosa, tendenzialmente io la faccio“.
Per quanto riguarda Giovanni Toti, Meloni ha chiuso velocemente la questione, dichiarando che l’unico che può realmente esprimersi sulla vicenda è proprio il diretto interessato, ovvero colui che sa tutta la verità. “Se, come lui dice, è innocente, chiaramente far dimettere un uomo che è stato scelto dai cittadini perché viene accusato di una cosa che è falsa è una mancanza di rispetto verso i cittadini – ha dichiarato il Presidente del Consiglio – mentre se la cosa non fosse falsa sarebbe una mancanza di rispetto verso i cittadini non dimettersi“.
Parlando di se stessa, invece, Giorgia Meloni ha voluto mettere le cose in chiaro: “Io non mi diverto a fare il presidente del Consiglio. Prima avevo una vita che adesso non ho. Non è una cosa facile ma ti toglie tutto, si può fare ma si può fare per una ragione. Quando mi guarderò indietro vorrò sapere che per questa Nazione ho fatto tutto quello che andava fatto“.
Meloni: “Su Mattarella contenta che Salvini abbia chiarito, non si deve fare polemica sul 2 giugno“
Interpellata sul caso della richieste delle dimissioni del presidente Sergio Mattarella da parte del leghista Claudio Borghi, il premier ha definito “abbastanza normale” l’interesse giornalistico sulla questione ed ha spiegato che “chiaramente diventa polemica politica poi siamo in campagna elettorale“. Per questo il presidente del Consiglio si è detta “molto contenta che Salvini abbia chiarito perché era importante farlo particolarmente nella giornata del 2 giugno, secondo me un giorno in cui bisogna evitare il più possibile le polemiche“.
Motivo per cui la stessa Meloni ha deciso di anticipare la chiusura della campagna elettorale di FdI al primo giugno, così da non farla coincidere con la celebrazione della Festa della Repubblica.
“Noi abbiamo fatto le manifestazioni di chiusura della campagna elettorale il primo di giugno anche in un orario complesso, faceva caldissimo, perché non ci sembrava bello fare il 2 giugno una manifestazione di partito che comunque vuol dire anche attaccare gli avversari“, ha spiegato così Meloni per poi affondare sul centrosinistra: “Il Pd l’ha fatto tranquillamente il 2 giugno e aggiungo anche che alla parata non ho visto nessun leader dei partiti di sinistra, ma magari non li ho visti io. Non ho visto Elly Schlein, né Giuseppe Conte, nel caso mi scuso immediatamente“.
Parlando sempre del presidente della Repubblica, il premier ha voluto sottolineare che spesso ritiene che gli altri leader tentino di “tirarlo nell’agone della politica, per raccontare di presunte divergenze con il governo e credo che diciamo al fondo di questa strategia ci sia il premierato“.
Meloni: “Il referendum del premierato non è su di me“
Parlando della riforma del premierato e del referendum che potrebbe seguirla, Giorgia Meloni si è mostrata tranquilla. “Io continuo a tentare di spiegare che questo non è un referendum su di me, perché’ la riforma non è un referendum su di me – ha spiegato – Il premierato punta a restituire punta a restituire al governo un solido mandato popolare e una maggiore stabilità. Io ho entrambi. Questo dimostra che non è una riforma che sto facendo per me“.
Invece, parlando della riforma della Giustizia, Meloni ha sottolineato che questa può essere data per “acquisita fermo restando il lavoro che fa il Parlamento. Quello non dipende più da me, il Parlamento è sovrano. Ma mi pare che ci sia la maggioranza. E forse è anche in questo caso una maggioranza più ampia di quella che è semplicemente la maggioranza“.
Sulla questione dell’interferenza politica nella magistratura, il premier è stata categorica: “Oggi la politica elegge in Parlamento i membri laici del Csm. Domani verranno sorteggiati pure quelli. Quindi si vede bene che la politica se ne tira completamente fuori“. Meloni ha quindi chiuso il discorso sostenendo: “Tutto rimane governato dalla magistratura ma in un sistema che non è partitico, in un sistema che è libero, veramente libero“.
Meloni: “Io so cos’è la censura, a me non la si dà a bere“
“Io guardo poco la tv, per trovare i dati su TeleMeloni me li sono andati a studiare perché c’era tutta la polemica sul TeleMeloni” ha spiegato Giorgia Meloni, rispondendo alle accuse sulle presunte interferenze del governo nella tv pubblica. “Non è questione di rappresentarmi – ha continuato il premier – Io semplicemente ho detto e continuo a ritenere che la Rai deve essere plurale, deve dare spazio a tutti. In passato noi non abbiamo avuto una Rai che dava spazio a tutti. Perché io ci sono stata dall’altra parte“.
Insomma, secondo Meloni il vero controllo della tv di Stato è sempre stato nelle mani della sinistra. “Ci sono stata quando Fratelli d’Italia aveva il 6 e passa dei consensi e nel Tg1 era rappresentata con una percentuale che viaggiava intorno al 2%” ha infatti sostenuto il Presidente del Consiglio, ribadendo: “A me non la si dà a bere. L’ho vista la censura, ho visto cos’era la censura, ho visto cos’era far parte di chi non stava nella ristretta cerchia di quelli che comandavano. Per cui non sostituirò mai quel sistema di potere con un sistema di potere diametralmente opposto che fa la stessa cosa“.
Attaccando poi direttamente il Partito democratico, il premier ha voluto sottolineare che anche con questo presunto controllo sulle emittenti pubbliche, comunque “il Pd non ha vinto le elezioni” e sarebbe proprio per questo che al Presidente del Consiglio non interessa avere una TeleMeloni. “Mi interessa un’altra cosa – ammette il premier – che ci sia finalmente un servizio pubblico plurale, perché il problema della sinistra non è che c’è Telemeloni, l’ho già detto, lo ripeto, è che non c’è più TelePd“.
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