“Una collaborazione costruttiva e trasparente” è questo l’obiettivo della visita del premier Giorgia Meloni in Cina, ospite del premier Li Qiang, per trattare e costruire un nuovo piano di cooperazione tra le due Nazioni. La missione italiana punta dunque a costituire una nuova fase dei rapporti tra Roma e Pechino che allontani la frattura causata dall’uscita dell’Italia dalla Belt and Road Initiative (Bri), ovvero la Nuova Via della Seta, e riavvicini i due Paesi, soprattutto dal punto di vista economico.
La superpotenza cinese è ormai estremamente influente in Europa e rischia di cancellare la concorrenza leale e porre in difficoltà le aziende del territorio. Un pericolo su cui l’Ue continua a lavorare, nonostante gli ostacoli posti dalla Cina. Giorgia Meloni, nella prima parte della sua missione, che durerà fino a mercoledì, ha voluto quindi sottolineare la necessità di rapporti “equi” che rispettino le regole e che portino ad una “soluzione ragionevole per entrambe le parti“. Proprio su questo punto sembrerebbe che il primo ministro Li Quiang abbia parlato di “pace, cooperazione e inclusività“, allineandosi quindi alle parole di Meloni.
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Nella giornata di ieri il premier ha quindi firmato un primo pacchetto di accordi di collaborazione, che riguarda le auto elettriche, il rilancio del partenariato tra Cina e Italia, due protocolli di intesa e un piano di azione sulla sicurezza alimentare e anti-contraffazione, due memorandum su industria, ambiente e sviluppo sostenibile e un programma esecutivo di cooperazione per rafforzare la mobilità studentesca cinese, ovvero una delle principali comunità di giovani che vengono a completare la formazione in Italia.
Meloni: “Se vogliamo un mercato libero, questo deve essere anche equo“
Giorgia Meloni è stata ospitata dal primo ministro cinese nella grande Sala del Popolo, sede delle attività legislative e cerimoniali a pochi passi da piazza Tienanmen, dove ha tenuto un discorso di circa venti minuti, riguardante le intenzioni dell’Italia nei confronti della Cina e della collaborazione che può instaurarsi tra i due Paesi. Il premier non ha potuto trascurare le questioni internazionali, in particolare quelle riguardanti i conflitti in corso alle porte dell’Europa.
“Penso all’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, alla crisi in Medio Oriente, alle tensioni nel Mar Rosso, all’instabilità crescente in Africa” ha dichiarato il Presidente del Consiglio, sottolineando come sia necessario “anche nei rapporti economici e commerciali, di una strategia condivisa, basata su decisioni che non ci danneggino l’un l’altro, se non vogliamo rischiare che siano irrimediabilmente compromesse pace e stabilità”. Meloni ha quindi dichiarato che l’Italia “resta desiderose di cooperare“, ma allo stesso tempo ha ricordato che il partenariato porta con sé delle regole e dei limiti.
“Si mostra fondamentale che i nostri partner – ha sostenuto il premier Meloni – si dimostrino genuinamente cooperativi giocando secondo le regole, per assicurare che tutte le aziende possano operare sui mercati internazionali in condizioni di parità. Perché se vogliamo un mercato libero, quel mercato deve essere anche equo“. Nello specifico, il Presidente del Consiglio ha sottolineato il bisogno “della proporzionalità, per far sì che anche gli strumenti di difesa economica siano siano commisurati al reale livello di rischio e non producano una compressione involontaria della libertà economica e commerciale, anche internazionale, principio che è il tratto distintivo di una democrazia e di una società aperta come l’Italia“.
Le intese tra la Cina e l’Italia
Giorgia Meloni ha presentato il Piano d’Azione Italia Cina 2024-2027 che prevede la costituzione di meccanismi per rafforzare e rilanciare la cooperazione in molteplici ambiti di comune interesse, come il commercio, gli investimenti, l’agricoltura, la sicurezza alimentare, la ricerca, la formazione ecc. Un piano triennale che riafferma i “principi condivisi” tra i Cina e Italia e che sostiene la “lunga strada di collaborazione che i nostri due Paesi hanno davanti“, come ha sostenuto il premier Meloni.
Per quanto riguarda l’industria il memorandum firmato dai due leader prevede scambi di visite, maggiore condivisione di informazioni sulle rispettive politiche, regolamenti e standard tecnici, organizzazione di conference congiunte e reciproco sostegno alle aziende, mentre per il settore educativo i due Paesi si impegnano a delineare un un programma esecutivo fra Maeci e ministero dell’Istruzione cinese in tema di formazione ed ampliamento della mobilità accademica.
Non è stata trascurata neanche la questione della sicurezza alimentare, grazie ad un primo protocollo con il Masaf e Amministrazione Nazionale cinese della Proprietà Intellettuale (Cnipa) che prevede la regolamentazione delle Indicazioni Geografiche dei prodotti agricoli e alimentari. Un ulteriore Piano d’Azione tra il ministero della salute italiano e l’autorità cinese per la regolamentazione del mercato (Samr), prevede lo scambio di informazioni ed esperienze per migliorare la sicurezza delle catene alimentari. Sull’ambiente e lo sviluppo sostenibile il Mase e il il ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente cinese coopereranno nei settori del cambiamento climatico, della tutela della biodiversità, dell’inquinamento e della formazione, incrementando le occasioni di dialogo e formazione e le attività congiunte.
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