Da oggi fino a domenica, Rimini ospiterà la 45ª edizione del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli, l’evento annuale organizzato da Comunione e Liberazione che, come sempre, mescola politica, religione, economia e cultura. Il tema scelto quest’anno, ispirato da una frase dello scrittore Cormac McCarthy, è una domanda che solleva riflessioni profonde: “Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?”.
Meeting Rimini, chi partecipa
La kermesse vedrà la partecipazione di figure di spicco del panorama politico e religioso italiano ed internazionale. Tra gli ospiti più attesi spiccano il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, che aprirà il meeting con un intervento sulla pace in Medio Oriente, e il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. Saranno presenti anche il presidente della Corte Costituzionale, Augusto Barbera, e l’ex commissario europeo, Paolo Gentiloni Sul fronte politico, il governo Meloni sarà massicciamente rappresentato: tra i partecipanti, i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, oltre a undici ministri.
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Meloni e Schlein tra gli assenti
Giorgia Meloni, pur invitata, ha scelto di dare priorità agli impegni familiari (anche se, chi ha organizzato la kermesse, spera nell’arrivo in extremis). Non ci saranno, invece, esponenti di spicco del centrosinistra, come la segretaria del PD, Elly Schlein, e il leader del M5S, Giuseppe Conte, a conferma delle distanze ideologiche con l’evento e il suo pubblico. Un grande assente tra i leader del centrosinistra sarà anche Matteo Renzi, mentre Enrico Letta, ormai fuori dai giochi politici ma sempre legato al Meeting, interverrà in chiusura con Raffaele Fitto, ministro per il PNRR e possibile nuovo commissario europeo.
Appuntamento politico, religioso, culturale e sociale
Il Meeting non è solo un appuntamento politico e religioso, ma anche culturale e sociale. Durante i cinque giorni dell’evento, sono previsti 140 tra convegni e incontri, 16 mostre e 18 spettacoli, inclusi omaggi a Giorgio Gaber e Vasco Rossi. La macchina organizzativa è supportata da un esercito di oltre 3.000 volontari, a conferma dell’imponente struttura dell’evento.
Nonostante l’importanza del Meeting, le contraddizioni non mancano. Se da un lato si riflette sull’essenziale, dall’altro l’evento si conferma una delle più grandi arene politiche in Italia, con il suo gigantismo e la presenza di personalità di spicco, che spesso si alternano tra applausi e ovazioni, come accaduto in passato con Mario Draghi e Giorgia Meloni. Un’ulteriore dimostrazione di come il Meeting sia ancora oggi un crocevia di politica, fede e cultura, in continua evoluzione e, forse, alla ricerca di una nuova identità.
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