“Meloni potente, ma inconcludente”: Renzi svela la strategia del centro riformista

Renzi ha avanzato una proposta che ha fatto discutere: spostare i detenuti albanesi nelle strutture in Albania. Secondo il senatore, questa soluzione permetterebbe di recuperare risorse, migliorare le condizioni delle carceri sovraffollate e risparmiare soldi pubblici, evitando quello che definisce "un inutile spreco di una premier influencer"

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Nella complessa arena politica italiana, Matteo Renzi, leader di Italia Viva, torna a far parlare di sé con dichiarazioni che spaziano dalle critiche al governo Meloni fino alla visione di un futuro per il centro riformista. In un’intervista rilasciata a Francesca Schianchi del Corriere della Sera, Renzi ha affrontato con la sua consueta schiettezza diversi temi di attualità politica.

Lo sciopero e le retribuzioni: l’affondo su Meloni e Salvini

Renzi ha esordito ribadendo il diritto costituzionale allo sciopero, definendo “assurdo” qualsiasi tentativo di metterlo in discussione. Poi lancia una frecciata alla premier Meloni: “Landini alzi i toni e Meloni alzi gli stipendi”, sottolineando la necessità di risposte concrete per i lavoratori.

Non meno tagliente è stato il commento riservato al ministro Matteo Salvini. Intervenendo in Senato, Renzi lo ha attaccato frontalmente: “Vista la quantità di ritardi, o lei ha sfortuna, o non è capace. O anche tutti e due”. Un giudizio che riflette le tensioni crescenti tra le opposizioni e il governo.

Migranti e carceri: una proposta controversa

Sempre nell’intervista, Renzi ha avanzato una proposta che ha fatto discutere: spostare i detenuti albanesi nelle strutture in Albania. Secondo il senatore, questa soluzione permetterebbe di recuperare risorse, migliorare le condizioni delle carceri sovraffollate e risparmiare soldi pubblici, evitando quello che definisce “un inutile spreco di una premier influencer”.

Il potere di Meloni e il futuro del governo

Riconoscendo il ruolo centrale di Giorgia Meloni, recentemente indicata come la politica più potente d’Europa, Renzi ha però precisato: “È sicuramente la più potente: non grazie ai suoi successi, ma alla debolezza degli altri. In Europa come in Italia”. Quanto alla stabilità del governo, Renzi ritiene che l’attuale maggioranza sia tenuta insieme dal “collante del potere”, ma avverte: “Meloni non cadrà per Salvini o Tajani, cadrà solo se arriverà come alla Ferragni un Affaire pandoro”.

Referendum e alleanze: un’opportunità per l’opposizione?

L’intervista si è poi soffermata sui prossimi referendum, tra cui quello sull’autonomia e quello sul Jobs Act, la riforma del lavoro introdotta proprio durante il governo Renzi. Sul primo, l’ex premier vede un’opportunità per l’opposizione, sottolineando come il voto potrebbe riunire un fronte ampio, dal mondo cattolico alla sinistra radicale, fino ad alcuni settori di Confindustria. Sul Jobs Act, invece, Renzi si dice pronto a difendere la sua riforma, pur ammettendo che rappresenta una battaglia del passato.

Il futuro del centro

Rilanciando l’importanza di un’area centrista capace di guardare a sinistra, Renzi ha commentato le voci su Ernesto Maria Ruffini come possibile leader del centro: “Lo conosco da una vita. Se decidesse di fare questo passo, dovrà dimettersi dal suo ruolo all’Agenzia delle Entrate”. Esclude però di volerne assumere il ruolo di kingmaker, puntando invece a sostenere un progetto che parli ai moderati e ai riformisti.

Non manca una stoccata a Beppe Sala, che aveva definito Renzi “infederabile”. La risposta del senatore non si è fatta attendere: “Vuole dare una mano? È il benvenuto. Ma deve preoccuparsi di tenere Milano sicura: così si convincono i moderati, non con le interviste”.

In un panorama politico frammentato, Renzi punta a ritagliarsi un ruolo chiave nella costruzione di un’area di centro capace di fare da ponte tra moderati e riformisti. Con l’ironia e la determinazione che lo contraddistinguono, il leader di Italia Viva ha ribadito: “Senza il centro, il Pd gioca bene ma perde. Noi dobbiamo parlare ai riformisti, ai cattolici democratici, alle imprese”.

L’intervista si chiude con un appello a superare le divisioni infantili tra le opposizioni, per costruire una vera alternativa al governo di destra. Una sfida che, nelle parole di Renzi, appare tanto ambiziosa quanto necessaria.

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