Mattarella: “Ancora troppe violenze su donne e bambini, si riparta dal rispetto dei diritti”

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Nel giorno in cui si ricorda l’entrata in vigore 50 anni fa della Legge 151/75 sulla riforma del diritto di famiglia, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto per ricordare gli enormi passi in avanti compiuti nel nostro Paese, così come la lunga strada che ancora attende di essere percorsa.

Il Capo dello Stato ha sottolineato come la semplice promulgazione di una legge non sia uno sforzo sufficiente per ottenere i risultati auspicati. La sensibilizzazione, l’educazione del popolo, così come la costruzione di una collaborazione efficiente con i i cittadini sono i pilastri su cui fondare la creazione di un Paese che sia realmente egualitario e in grado di non lasciare indietro nessuno.

Rimangono tuttora laceranti le violenze perpetrate sulle donne, sovente in ambito familiare, sino agli abusi che si registrano nei confronti dei minori“, ha denunciato Mattarella, mettendo in luce come la semplice astrattezza di una norma di legge non possa far nulla contro l’impianto culturale di intere generazioni.

Mattarella: “Le istituzioni offrano sostegno”

Quindi, se da un lato risulta fondamentale costruire un impianto legislativo che riconosca i reati contro le donne e le fasce più deboli della popolazione, dall’altro questo impegno si rivelerà nullo se non accompagnato dai corretti insegnamenti. Questo compito, come sottolineato dal Presidente della Repubblica, spetta allo Stato stesso.

Riarmo, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Le istituzioni devono saper offrire sostegno ai contesti familiari e alle fragilità che si manifestano, promuovendo anche una cultura e comportamenti sempre più rispettosi dei diritti e della dignità delle  persone“, ha spiegato Mattarella, ricordando che l’obiettivo a cui è sempre necessario puntare è quello della costruzione di una vera e funzionale coesione sociale.

La capacità di un popolo di unirsi, anche in virtù delle proprie differenze, per creare un presente che sia realmente egualitario e quindi capace di aiutare coloro che sono in difficoltà e proteggerli dai pericoli esterni. Un decisivo passo in avanti in questo senso è quindi arrivato il 19 maggio 1975, quando il Codice Civile accolse i principi costituzionali presenti negli articoli 29 e 30 della Costituzione, che regolano l’istituzione del matrimonio egualitario e dei diritti e doveri dei genitori.

Mattarella: “Con riforma dello Stato di famiglia l’Italia è un Paese più libero”

Il legislatore ha operato, sul terreno dell’uguaglianza, una modifica radicale dei rapporti all’interno della famiglia“, ha evidenziato Mattarella, ricordando come da quel momento sia stata riconosciuta una piena parità sia nei confronti dei figli sia tra coniugi. “La riforma, approvata con un ampio consenso parlamentare, ha reso l’Italia un Paese più giusto e più libero“, ha concluso il Presidente della Repubblica lasciando però un interrogativo aperto e su cui riflettere attentamente.

Quanto messo in atto finora è realmente sufficiente? I continui femminicidi che scuotono il nostro Paese, così come gli abusi nei confronti dei bambini, troppe volte perpetrati proprio dai loro genitori, sembrano dimostrare che l’entrata in vigore della Legge 151/75 è stato solo il primo passo di un percorso che ancora oggi è in compimento.

Come sottolineato dal Capo dello Stato, il cambiamento parte in primis dal popolo, coadiuvato dagli strumenti di governo e legislativi a disposizione. Senza un cambiamento culturale, senza la corretta educazione e il costante sforzo a dare il buon esempio, ogni tentativo di miglioramento potrebbe rivelarsi fallimentare, o comunque non abbastanza efficace.

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