La Rai-Radiotelevisione italiana ha festeggiato quest’anno i 70 anni di attività, tra problematiche legate all’elezione di un nuovo Consiglio di amministrazione e le critiche ricevute dall’Unione europea, che ha messo in dubbio la sua indipendenza dalla politica del Paese. Negli ultimi giorni, poi, una nuova bufera ha investito il servizio delle televisione pubblica che potrebbe andare incontro ad un taglio dei fondi, ad esempio tramite l’abbassamento del canone Rai da 90 a 70 euro, come proposto da alcuni esponenti politici.
In occasione degli Stati Generali sul servizio pubblico in Senato, questi temi sono tornati in auge, tra le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha inviato un messaggio alla Presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Barbara Floridia, e gli interventi dell’Amministratore delegato dell’azienda, Giampaolo Rossi. Il timore che la televisione pubblica possa subire i contraccolpi di un presente in costante evoluzione e dei pericoli generati dalle nuove scoperte tecnologiche, preoccupa enormemente i vertici dell’azienda, così come il Capo dello Stato.
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Mattarella, nel suo discorso, ha infatti sottolineato che “in un tempo in cui la definizione del nostro orizzonte quotidiano passa attraverso algoritmi, per loro natura riduttivi della realtà a visioni conflittuali, il servizio pubblico di informazione ha il dovere di proporsi come strumento che ritrae e interpreta criticamente la complessità della realtà autentica, essenziale per percorsi di partecipazione democratica“. Quella del Presidente della Repubblica sembra quasi un’esortazione alla tv pubblica a non perdere le sue radici, le sue peculiarità e i suoi punti fermi, nonostante la difficoltà di dover vivere in un’epoca in cui il dinamismo è sempre più capillare. In questo senso, quindi, il capo dello Stato ha auspicato che la Rai possa “rinnovare i suoi principi senza abusi o spartizioni“.
Rai, Mattarella: “Rai autorevole per autonomia e libertà“
Il Capo dello Stato ha sottolineato l’importanza che nei decenni trascorsi la Rai ha rappresentato per il Paese, incarnando il ruolo di una fonte che i cittadini hanno imparato a riconoscere come “ispirata da valori di indipendenza, autonomia, libertà e molteplicità di voci“. In questo senso, quindi, è importante non perdere ciò che è stato possibile imparare dal passato e allo stesso tempo riuscire a renderlo adatto al presente.
Mattarella ha infatti evidenziato come i principi che muovono il servizio pubblico siano stati riconosciuti anche dal nuovo Regolamento dell’Unione Europea per la libertà dei media, che ha anche intenzione di tutelare “nel cambio d’epoca determinato dalle trasformazioni tecnologiche, così che i media dei servizi pubblici possano continuare a svolgere la loro missione nel nuovo contesto“. Il Presidente ha infatti ricordato che ad oggi la tecnologia è ormai capillare nell’intero sistema Paese, in particolare nel sistema dell’informazioni, per cui è ora necessario comprendere in che modo agire e tutelare il servizio.
Il Presidente ha poi concentrato il suo discorso su un augurio per l’evento degli Stati Generali, auspicando che questo possa “costituire un’occasione di confronto non artificioso, nella manifestazione della coscienza piena del valore che l’informazione riveste nella democrazia declinata dalla nostra Costituzione“.
Rai, Rossi: “Sempre più difficile per la Rai svolgere il suo lavoro“
L’ad Rai, Giampaolo Rossi, ha voluto mettere in luce il complesso quadro normativo e culturale in cui il servizio della televisione pubblica si trova ad operare. L’amministratore delegato ha infatti evidenziato come la Rai debba far fronte alle difficoltà che nascono dal lavorare in competizione con operatori globali che presentano “volumi d’investimento notevoli e spesso senza vincoli d’investimento“. In più, ad aggravare la situazione, vi sarebbe la volontà, in parte già attuata, di diminuire drasticamente le sue risorse.
“Si trova costretta ad operare non solo con molte meno risorse rispetto al passato ma anche vincolata ad una complessità normativa e burocratica che rende sempre più difficile svolgere il proprio ruolo di sostegno all’industria italiana” ha infatti dichiarato Rossi, spiegando poi che dal suo punto di vista la natura giuridica della Rai presenta un “aspetto evidentemente contraddittorio“. La Rai, infatti è assoggettata alla disciplina generale delle società per azioni e a quella speciale dei soggetti emittenti strumenti finanziari quotati, così come alla normativa pubblicistica. In questo modo, quindi, la Rai potrebbe avere difficoltà a mantenere il ruolo di spicco che ricopre tra i media del Paese.
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