Cosa ha impedito all’umanità di cadere nuovamente nella trappola della bomba nucleare? Il ricordo, il monito e la paura di quanto accaduto in passato e soprattutto il dialogo strategico tra Nazioni, finalizzato a evitare la formazione di scontri e i contrarietà portatrici solamente di indicibili sofferenze. Lo ha dichiarato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’incontro con i sopravvissuti dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, in Giappone.
Un incontro che mai come oggi sembra attuale, visto la strada che il conflitto in Europa sembra intenzionato ad imboccare. Il timore di un possibile ritorno del nucleare ormai attanaglia le realtà occidentali, che si trovano di fronte ad un bivio che potrebbe di fatto cambiare la propria storia. Con in ballo due superpotenze armate con ordigni nucleari, quali Usa e Russia, anche l’Ue inizia a riflettere sulla possibilità di migliorare la proprio difesa, in vista di un possibile scontro. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha quindi proposto la possibilità di dotare l’Europa di uno scudo nucleare creato appositamente dal suo Paese.
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Mattarella: “Il tabù del nucleare è ormai eroso”
Mentre l’Europa riflette sulla possibilità, Mattarella osserva i resti di quanto accaduto a Hiroshima e ammonisce coloro che sembrano aver dimenticato e che propendono per commettere gli stessi errori del passato. “Minacce di ricorso agli ordigni nucleari sono pronunciate con sconsideratezza inquietante. Sono in gioco i destini dell’umanità“, ha avvertito duramente il Presidente della Repubblica, ricordando l’importanza del Trattato di Non Proliferazione del 1968, purtroppo oggi troppo poco preso in considerazione.
“Che nessun altro popolo, che nessun altro Paese debba mai affrontare una tragedia simile. Mai più!“, questo è l’accorato appello che è nato dalle tragedie di Hiroshima e Nagasaki, che oggi però sembra inascoltato, così come il tabù del nucleare che ormai sembra “eroso“, tanto che i governi parlando di armi dalla “portata limitata“, come se si trattasse di un problema puramente di tipo gestionale. Mattarella indica nella Federazione Russa la “promotrice di una rinnovata e pericolosa narrativa nucleare“, in quanto adotta una comunicazione per cui gli ordigni nucleari diventano uno strumento ordinario nella gestione dei conflitti “come se non conducessero inevitabilmente alla distruzione totale“.
Mattarella: “La memoria è resistenza contro l’ignoranza”
“La Repubblica Italiana condanna fermamente queste pericolose derive“, ha quindi sostenuto Mattarella, chiarendo che ad oggi una guerra nucleare non deve e non può essere combattuta, per cui le potenze nucleare, in particolare quelle che siedono al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, “non possono esimersi dal rispettare gli obblighi che hanno concorso a definire“. Italia e Giappone, poi, non possono divenire “corresponsabili” di un ritorno a criteri di scontri imperialistici che contraddicono il faticoso cammino compiuto dall’umanità negli ultimi ottant’anni.
“La memoria è resistenza contro l’ignoranza“, ha proseguito il Capo dello Stato, invitando tutti i presenti a proseguire l’opera con cui il ricordo di quanto accaduto viene tramandato “affinché non cadano nell’illusione che il passato sia un’ombra lontana, priva di insegnamenti“.
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