Mattarella e la Fake News su Ustica: il Quirinale sporge denuncia

Le parole di Mattarella nell'anniversario della strage di Ustica hanno avuto un epilogo inimmaginabile. Su un profilo Facebook sono apparse illazioni nei confronti del Capo dello Stato, accusato di aver posto il segreto di Stato sull'accaduto e di voler nascondere la verità

Redazione
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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è divenuto protagonista di una Fake News senza precedenti, riguardante le sue parole sulla strage di Ustica, risalenti al 27 giugno, e in generale sul suo comportamento relativo alle indagini sulla terribile tragedia che ha provocato la morte di 81 persone. Il Quirinale avrebbe agito immediatamente, denunciando l’accaduto alla Polizia postale per assicurarsi che le notizie false smettessero di circolare e che i responsabili della loro condivisione venissero puniti.

Solo qualche settimana fa, il presidente Mattarella aveva posto al centro del suo discorso in Moldavia, durante una visita di Stato al Paese, proprio l’argomento della disinformazione, in particolare quella russa, che mette in difficoltà i Paesi dell’Est Europa e che purtroppo si teme possa essersi infiltrata anche in Occidente. Oggi, però, la notizia è tutta italiana e avrebbe circolato su diversi profili Facebook, a partire da quello di Matteo Gracis, il fautore della notizia stessa.

Al centro della questione vi sarebbe un ipotetico segreto di Stato posto dal presidente sulle notizie riguardanti la strage di Ustica. Secondo il profilo Facebook denunciato, infatti, la verità su quanto accaduto 44 anni fa sarebbe già venuta alla luce, ma sarebbe stata nascosta per motivazioni non chiare e reperibili. Un duro attacco alle istituzioni, su cui il Quirinale non ha potuto ovviamente transigere.

La Fake News sulla strage di Ustica

La denuncia del Colle avrebbe riguardato un post Facebook, pubblicato sul profilo di Matteo Gracis e poi condiviso da diversi utenti, in cui il presidente Sergio Mattarella viene accusato di aver posto il segreto di Stato sulle questioni riguardanti la strage di Ustica.

Questo “signore” -il riferimento è proprio al Presidente della Repubblica – è lo stesso che nel giugno 2020 ha prorogato di 8 anni il segreto di Stato proprio sui documenti relativi al caso Ustica e sapete con quale motivazione? La verità farebbe male all’Italia“. Con queste poche parole l’internauta ha attirato l’attenzione del Quirinale che ha deciso di non fare finta di nulla.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il presidente Mattarella, nel giorno del 44esimo anniversario della strage, aveva pubblicato una dichiarazione, in cui definiva quanto accaduto sul volo DC9 da Bologna a Palermo “una tragedia che resta una ferita aperta anche perché una piena verità ancora manca e ciò contrasta con il bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica“. Il presidente aveva poi sottolineato come l’Italia da quel giorno continui a cercare la verità, chiedendo nuovamente aiuto a Paesi esteri, che potrebbero collaborare per far luce su quanto accaduto.

Le parole del Quirinale sulla Fake News sul presidente Mattarella

Il Colle ha quindi sporto denuncia sia contro l’autore del post, sia contro chi ha commentato o espresso pensieri offensivi nei confronti del Presidente della Repubblica, per poi pubblicare una nota di commento a quanto messo in circolazione. “La notizia è palesemente falsa – si legge nel comunicato del Quirinale – Il presidente Mattarella non ha mai pronunciato le parole che gli vengono attribuite“.

Il Colle ha poi voluto specificare che l’apposizione del segreto di Stato non è una prerogativa del Presidente della Repubblica, per poi affondare: “È ignobile e vergognoso far circolare sul web tali menzogne. Il contenuto del post e dei relativi commenti sono stati segnalati alle autorità competenti per accertare se sussistano estremi di reato“. La polizia posta ha dunque aperto un’indagine e tra i reati ipotizzabili vi sarebbero la diffamazione o il vilipendio per chi offende l’onore o il prestigio del Capo dello Stato, come riporta La Stampa.

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