Alfredo Mantovano, sottosegretario della Presidenza del Consiglio, è convinto che sia necessario procedere con delle specifiche sugli argomenti che in questi giorni stanno interessando l’opinione pubblica italiana. Primo tra tutti quello della riforma della Giustizia. Il sottosegretario ha sfruttato il Salotto di Bruno Vespa per rimarcare che il governo di Giorgia Meloni non ha alcuna intenzione di “prendere pieni poteri“, come invece sostenuto dalle opposizioni.
Al contrario, sembra che al momento questi siano già in mano alla magistratura. “Pieni poteri sono di chi per via giudiziaria blocca la politica dell’immigrazione impedendo le espulsioni perché nessuno Stato tra quelli di provenienza dei migranti irregolari è sicuro“, ha tuonato a Cinque minuti, elencando poi altri ambiti in cui i giudici avrebbero dimostrato di non avere eguali. Tra questi, secondo il sottosegretario, vi sarebbe il blocco della politica industriale italiana, attraverso un sequestro all’ex Ilva “di cui non si sa niente da mesi“, oppure la mancanza di seguiti di indagine sulle 262 persone denunciate per i disordini che si sono verificati qualche settimana fa a Roma.
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“Credo che vada usata la specificazione rispetto ai pieni poteri“, ha sostenuto durissimo, rispondendo alle preoccupazioni dei leader delle opposizioni. Nella giornata di ieri, infatti, il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha sostenuto che la riforma della Giustizia sarebbe necessaria non per il benessere dei cittadini, ma per lasciare maggiori libertà di azione al governo attuale. Allo stesso modo, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha sostenuto che la separazione delle carriere nasce per “lasciare le mani libere all’esecutivo“.
Mantovano: “Con il nuovo sistema le correnti scompariranno”
Mantovano è stato poi interrogato sulla possibilità che i giudici per le indagini preliminari siano in qualche modo sottoposti alla forte influenza dei pubblici ministeri. Il sottosegretario ha sostenuto che non è necessario generalizzare, per poi aggiungere: “Però, quando una Procura è forte e il gip ha poco tempo per leggere gli atti, la risposta è affermativa“.
Per quanto riguarda, invece, il tema delle correnti all’interno della magistratura, Mantovano ha provato a spiegare in che modo può rivelarsi utile la riforma della Giustizia. “Non possiamo illuderci che con il nuovo sistema le correnti scompariranno, ma certamente avranno un gioco più limitato“, ha sostenuto, aggiungendo che con il tempo sarà possibile anche far arretrare il potere delle correnti e aumentare quello del merito.
Sulla possibilità di un intervento sulla responsabilità civile dei magistrati, poi, il sottosegretario è stato piuttosto chiaro. Innanzitutto, c’è da tenere in considerazione che la responsabilità civile ha una sua disciplina ormai da più di 30 anni, con la sola modifica arrivata 10 anni fa. Alla luce di ciò, quindi, “intervenire sul disciplinare è qualcosa che può incidere sull’efficienza“. Un argomento, dunque, su cui il governo dovrà prendersi altro tempo per riflettere.
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