Mantovano: “Basta ‘sindrome della suocera’, ci sono sfide da affrontare”

Secondo Mantovano deve cessare "quel perverso compiacimento di parlar male di noi stessi, in quanto italiani", perché in gioco c'è molto più che la cattiva reputazione. L'Italia ha bisogno di alleati e di una rete di protezione forte, per portare avanti progetti come quello del Piano Mattei

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Dobbiamo lasciarci alle spalle la ‘sindrome della suocera’: quel perverso compiacimento di parlar male di noi stessi, in quanto italiani. Ce lo chiedono le sfide che abbiamo davanti; ce lo chiedono tutti quegli italiani che si dichiarano ancora orgogliosi di appartenere a questa nazione” ha dichiarato convintamente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfradeo Mantovano, durante un seminario organizzato dalla Luiss School of Government.

Il costante parlar male di una Nazione non produce effetti catastrofici ma allo stesso tempo alimenta la cosiddetta infosfera, che quindi si riempie di narrazioni non veritiere che nuocciono al Paese. “Un cambio di passo è comunque necessario. Per farlo occorre l’impegno di tutti” ha concluso il Sottosegretario. Il Sottosegretario ha anche criticato la mancata azione del sistema dell’Ue, che continua a far agire singolarmente i Paesi membri, sena riuscire effettivamente a coordinarli verso gli obiettivi comuni.

All’interno di queste situazioni poco positive, però, se ne inserisce una che potrebbe essere una boccata d’aria fresca per il nostro Paese. Il Piano Mattei sembra essere pronto a prender forma, almeno secondo le parole del Sottosegretario Mantovano. “Si tratta di iniziative molto importanti – ha dichiarato – quelle aree, dal momento in cui sappiamo bene come in troppi territori africani le tensioni sociali e politiche sono legate proprio alle incertezze degli approvvigionamenti del cibo, e all’oscillazione dei suoi prezzi a causa delle tensioni geopolitiche“.

Mantovano: “Il Piano Mattei ogni giorno si arricchisce di iniziative

Alfredo Mantovano ha spiegato che a seguito del 9 giugno, il nostro Paese ha ricevuto una serie crescente di richieste da parte dei governi di altre Nazioni non europee, a causa della “crescente affidabilità che viene riposta in Italia“. In questo modo, secondo il Sottosegretario, a trarne più vantaggi è proprio il Piano Mattei, che di giorno in giorno “si arricchisce di nuove iniziative“.

Faccio cenno al lavoro che stiamo svolgendo nel Nord Africa, per lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento, anche in aree desertiche e lo dimostra il fatto che, a seguito della visita della Presidente del Consiglio in Libia del maggio scorso, sono già arrivate in Cirenaica le sementi che permetteranno uno sviluppo agricolo sostenibile su una superficie di 5.000 ettari, grazie alle eccellenze di realtà aziendali e accademiche italiane” ha dichiarato Mantovano, rendendo pubblico uno degli impegni che si stanno portando avanti.

Mantovano ha voluto porre l’accento anche sull’accordo con l’Algeria, siglato sabato scorso, e che prevede che “, nella provincia centro-settentrionale di Timimoun, nel deserto del Sahara, si sviluppi l’agricoltura su 36.000 ettari“. Un progetto dal costo di 420 milioni di euro, che permetterà la produzione di grano e legumi, destinate al mercato locale esclusivamente alimentare.

Mantovano: “Il non agire europeo purtroppo ha un costo

Il Sottosegretario Alfredo Mantovano ha poi voluto specificare la necessità per cui l’Unione europea deve imparare ad agire come una vera unione. “L’esempio più tangibile del ‘costo’ del non agire europeo come sistema lo fornisce l’esperienza delle sanzioni agli oligarchi russi” ha dichiarato Mantovano, sottolineando che “in Europa vengono sanzionati gli oligarchi, ma non le aziende europee a loro indirettamente riconducibili, per esempio tramite trust“.

Il Sottosegretario ha poi messo in luce che d0altra parte “la Russia ha messo in piedi un sistema di contrasto alle sanzioni: efficace, perché si basa su una forte e strutturata cooperazione tra imprese nazionali e governo“. Quindi, visto che gli immobili, tutti di pregio, sequestrati in Italia hanno un costo pesante di manutenzione e non si riesce a matterli a reddito, c’è la possibilità che “questi beni saranno restituiti e che dovremo indennizzare rubinetti nel frattempo deteriorati“.

Mantovano quindi parla di “meccanismo tutto in perdita” e per questo “che l’Italia e l’Europa devono restare ben distanti da un modello che nega elementari principi di diritto. Dovremmo però interrogarci di più sulla ridotta capacità europea di fare sistema in modo efficace, al di là delle narrative con cui tendiamo a dissimulare le nostre vulnerabilità

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