“Credo che sia arrivato il momento di una vera e propria rivolta sociale“, con queste poche parole il leader della Cgil Maurizio Landini ha mandato nel caos la politica italiana. L’esortazione del sindacalista è giunta nel corso dell’Assemblea Nazionale della Cgil che si è svolta ieri a Milano, con l’obiettivo di rispondere allo slittamento dell’incontro tra sindacati e governo, rimandato dal Presidente del Consiglio a causa di un’improvvisa influenza. Il leader vuole lottare con le unghie e con i denti per modificare una Legge di bilancio da lui ritenuta inadatta e soprattutto poco comprensiva dei bisogni del Paese.
“Il nostro obiettivo non è semplicemente cambiare la manovra finanziaria ma è cambiare e migliorare il nostro Paese anche attraverso l’uso dei referendum” ha infatti spiegato il leader della Cgil, causando una risposta dura da parte della maggioranza di governo, che lo ha accusato di voler spingere il popolo a ribellarsi al suo stesso governo. Il capogruppo alla Camera di FdI Tommaso Foti ha tentato di spegnere l’animo incendiario di Landini, ricordandogli che “incitare alla rivolta integra gli estremi di un reato, oltre a rischiare di fargli perdere la faccia“.
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Il sindacalista, però, non sembrerebbe voler lasciare andare il suo proposito. “Avanti così non si può andare” ha infatti sostenuto, spiegando che un’analisi effettuata dalla Cgil avrebbe dimostrato che la Legge di bilancio “accelera il declino del Paese“, soprattutto poiché manca di un “progetto coerente per le politiche industriali“. Si tratterebbe delle stesse accuse mosse dalle opposizioni alla Manovra; queste si sono quindi schierate con il sindacalista, rinnovandogli il loro supporto anche in questa battaglia.
Manovra, Landini: “Servono una serie di interventi radicali“
Nello specifico, la Cgil ha analizzato la situazione economica ed industriale che si trova a vivere il nostro Paese, sottolineando come ormai l’obiettivo della crescita del Pil all’1% sia materialmente impossibile. L’Istat ha infatti certificato che il Paese la scorsa settimana ha registrato una “crescita zero“, mandando nuovamente nel panico il settore. Il sindacato ha quindi già annunciato che il prossimo anno l’Italia potrebbe dover affrontare “nuove scelte riduttive e di austerità che continueranno a penalizzare il lavoro, le pensioni e i salari“.
Inoltre, Pino Gesmundo, della segreteria generale della Cgil, ha sottolineato che il comparto industriale italiano sarebbe colpito “da una vera e propria crisi di sistema, che ora sta iniziando a riversare i suoi effetti negativi anche sui conti pubblici e sulle previsioni delle leggi di stabilità 2024 e 2025“. L’Istat ha infatti mostrato come ad agosto sia stato registrato il 19esimo mese consecutivo di calo della produzione in diversi settori. L’automotive ha segnato un -14,2%, la fabbricazione di macchinari e attrezzature un -11,6%, il tessile è calato del 10,8% e la metallurgia del 10,1%.
La preoccupazione maggiore riguarda ovviamente i lavoratori coinvolti da questi cali. Vi sarebbero più di 120mila dipendenti interessati dalla crisi economica ed industriale, per cui la Cgil ha messo in luce la necessità sempre più impellente “di una serie di interventi radicali per aggredire il declino e rispondere alla sostanziale assenza di visione e di strategia del governo“.
Le soluzioni della Cgil
Il sindacato di Landini avrebbe però già lavorato ad una serie di soluzioni che dovrebbero migliorare la situazione italiana e allo stesso tempo modificare la Legge di bilancio. Secondo i sindacalisti della Cgil, quindi, sarebbe necessario istituire un fondo sovrano europeo, allo scopo di sostenere un piano di politiche industriali europee. Inoltre, dovrebbe essere costituita un’Agenzia nazionale per lo sviluppo, oltre a dover agire attraverso interventi immediati riguardanti il costo dell’energia e delle transizioni verde ed energetica.
In questo senso, la Cgil ha indetto uno sciopero generale il 29 novembre, allo scopo di dare inizio alla mobilitazione e quindi al miglioramento della Legge di bilancio e conseguentemente del Paese. La maggioranza di governo avrebbe immediatamente manifestato il suo disappunto, come dimostrano le parole di Foti, che sono state seguite da quelle di molti altri esponenti del centrodestra. Antonella Zedda, vicecapogruppo FdI al Senato, ha infatti paragonato Landini ai “cattivi maestri degli anni ’70“.
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