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Mamdani eletto sindaco di New York, Vannacci attacca: “L’Occidente si arrende a 24 anni dall’11 settembre”

La sua vittoria ha avuto ripercussioni anche in Italia, dove i membri di maggioranza e opposizione hanno espresso le loro opinioni su questa figura. Una sorta di anti-Trump e leader di un movimento di liberazione dalla pressione fiscale nei confronti dei cittadini più poveri attraverso la tassazione dei più ricchi, Mamdani preoccupa sia i Repubblicani che i Democratici

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L’elezione di Zohran Mamdani a sindaco di New York ha scatenato un terremoto politico non solo negli Usa. Esponente del partito democratico progressista e primo musulmano a guida della Grande Mela, il 34enne potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova epoca nella politica americana. Un homo novus, che non ha mai ricoperto cariche importanti, ma che ha deciso di avvicinarsi a questo mondo per dare il suo contributo a favore della classe media.

La sua vittoria ha avuto ripercussioni anche in Italia, dove i membri di maggioranza e opposizione hanno espresso le loro opinioni su questa figura. Una sorta di anti-Trump e leader di un movimento di liberazione dalla pressione fiscale nei confronti dei cittadini più poveri attraverso la tassazione dei più ricchi, Mamdani preoccupa sia i Repubblicani che i Democratici.

In Italia tra i primi ad esprimersi c’è il vicesegretario della Lega, Roberto Vannacci, che ha commentato così l’elezione: “Ventiquattro anni dopo l’11 settembre, New York ha un sindaco musulmano. Così, l’Occidente celebra la propria resa culturale chiamandola progresso“. Un attacco durissimo, che mette in evidenza il background culturale del sindaco, sottolineandone la professione religiosa.

Schlein su Mamdani: “Un bel risveglio negli Usa”

Nel centrodestra, poi, non vi sono ulteriori voci che si schierano contro la scelta dell’elettorato newyorkese. Sono principalmente gli esponenti del centrosinistra a festeggiare il cambio di passo nella Grande Mela, dove sembra essersi verificata la prima battuta di arresto nel mandato del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Splendida vittoria di Zohran Mamdani a New York!“, ha scritto la segretaria del Pd, Elly Schlein, sottolineando i punti fermi della campagna elettorale del democratico. “Ha mandato un messaggio chiaro contro il caro vita: per una città che tutte e tutti si possono permettere“, ha sostenuto, ricordando i 100mila volontari che si sono impegnati per invitare porta a porta i cittadini a votare.

La sinistra torna a vincere con parole e programmi chiari su stipendi dignitosi, sanità davvero universale, sul diritto alla casa, sui trasporti e i nidi gratis per chi non ce la fa“, ha poi aggiunto, ricordando che le vittorie delle candidate democratiche Mikie Sherrill in New Jersey e Alice Spanberger in Virginia. “Un bel risveglio negli Usa!!, ha concluso convinta.

Soddisfatto anche Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, il qualche ha riferito di essere convinto che Mamdani abbia vinto “perché ha proposto l’università e i trasporti gratuiti, prezzi degli affitti bloccati e l’aumento delle tasse per i miliardari“. Allo stesso tempo, il volto di Avs ha sottolineato la vicinanza del programma del sindaco di New York con quella del campo progressista italiano. “La sua vittoria significa che si può fare negli Usa come in Italia“, ha continuato.

Un passaggio condiviso anche da Angelo Bonelli, portavoce di +Europa, che ha voluto rimarcare come Mamdani si sia “schierato con gli ultimi, con le mamme, con gli studenti, con i lavoratori, con i poveri, con quel ceto medio espulso dalla città dai processi di gentrificazione“. Bonelli ha invece criticato come in Italia la destra continui ad attaccare il neo sindaco perché musulmano e perché si è schierato con il popolo palestinese. “Si tratta di una destra che continua a giocare sulla paura dell’altro, che alimenta diffidenza e discriminazione“, ha tuonato ancora. Quello della sinistra italiana è quindi un sostegno fortissimo al sindaco Usa, che sembra aver rinvigorito anche il centrosinistra italiano.

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