M5S, Grillo vs Conte, il leader: “Assemblea costituente come il più grande esperimento di democrazia partecipativa”

Uno scontro epistolare tra i vertici del M5s si è tenuto durante il weekend passato: la sfida tra il fondatore Grillo e il leader Conte è solo all'inizio

Redazione
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Durante il weekend appena trascorso il fondatore del M5S Giuseppe Grillo e il leader attuale del partito, Giuseppe Conte, si sono scambiati delle lettere interessanti e pubblicate sul sito del partito, in cui il primo chiede una maggiore partecipazione in quanto Garante e il secondo parla di lasciare invece al voto degli iscritti le decisioni.

M5s, Grillo vs Conte
M5s, Grillo vs Conte

M5S, la richiesta di Grillo

Grillo inizia la lettera in questo modo: “Caro Giuseppe, l’ultima volta che ci siamo incontrati ci eravamo ripromessi di programmare alcuni incontri con un gruppo ristretto dei nostri, per discutere dei temi su cui rilanciare il Movimento, che è afflitto da un’evidente crisi di consenso. Personalmente ritengo che la nostra crisi di consenso derivi anche e soprattutto da una crisi d’identità”. Per il fondatore il partito sta diventando qualcosa senza una forma ben precisa, senza punti distintivi, quindi la sua richiesta è quella di “tornare alla semplicità e alla chiarezza di un tempo“.

Il fondatore parla dell’assemblea costituente che Conte ha intenzione di fare a settembre per discutere dei temi per rinnovare il partito, ma Grillo, in quanto Garante “sono il custode dei valori del Movimento e dovremmo quantomeno discuterne prima nel corso degli incontri che ti avevo chiesto di fare, anche perché ogni decisione non potrà non essere presa nel rispetto dei valori del Movimento”. 

M5s, la risposta di Conte

Il leader del partito risponde a Grillo parlando dell’Assemblea costituente come “occasione di vero confronto e partecipazione per rinnovare l’azione politica del Movimento” e come “il più grande esperimento di democrazia “partecipativa” mai realizzato, in Europa, da una forza politica“.

Infatti gli iscritti non voteranno solo i temi già indicati, ma ne proporranno essi stessi un moto “dal basso” che poi condurrà, attraverso approfondite istruttorie, alle deliberazioni finali rimesse agli iscritti, in modo da definire i nuovi obiettivi strategici del Movimento”. Potranno partecipare anche i minorenni perché “sarebbe un controsenso progettare il loro futuro senza coinvolgerli direttamente”. Questo per Conte è il modo migliore per affrontare la crisi di consenso. Per lui si deve affrontare questa crisi senza “indugiare in un passato che non ritorna”.

Conte parla anche del modo in cui verrà organizzata l’assemblea: “La gestione delle varie fasi del processo costituente sarà affidato a un gruppo di esperti indipendenti, specializzati nella gestione di processi deliberativi complessi. Questo proprio al fine di evitare qualsiasi forma di interpositio – mia o dell’attuale gruppo dirigente – che possa alterare l’autenticità delle partecipazioni con elementi di etero-decisione”.

Il leader del M5s rifiuta la proposta del fondatore di incontrarsi privatamente per decidere i temi da affrontare durante l’assemblea perché questo “significherebbe arrogarsi la scelta di indicare i temi su cui l’Assemblea è legittimata a pronunciarsi, assumendo che rispetto a tutti gli altri essa sia priva di legittimazione. Questa conclusione non è in linea con il principio – anche statutario – secondo cui l’intera comunità degli iscritti è l’organo sovrano, il supremo organo di decisione, secondo i principi e le regole di un organismo “associativo” di diritto privato che caratterizzano il Movimento”.

M5s, cosa ne pensano nel partito

All’interno del partito c’è chi necessariamente appoggia il leader attuale, soprattutto la maggioranza dei parlamentari, dato che il fondatore non ha grandi rapporti con i nuovi volti. Diversi esponenti non hanno voluto commentare lo scambio epistolare. L’idea prevalente è che lo scontro tra i vertici sia solo all’inizio.

C’è chi è sicuro che il vero tema sia il terzo mandato, quindi se Grillo prevarrà vuol dire che è lui il leader, se invece Conte riuscirà a cambiare le regole, significa che è lui a comandare. Ma c’è anche chi lo definisce uno scontro tra due visioni di progetto: Grillo ha una visione paternalistica, con il vertice che deve decidere gli argomenti, mentre Conte ha una visione nuova, senza intermediazione dei vertici, che punta tutto sulla democrazia partecipativa.

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