A un giorno dalla chiusura del processo costituente del M5s, la partita tra il leader Giuseppe Conte e il fondatore Beppe Grillo è più aperta che mai. Infatti gli iscritti in questi ultimi giorni hanno votato, fra le altre cose, l’eliminazione del ruolo del garante dal partito, e ieri Grillo ha chiesto la ripetizione delle votazioni, mettendo di fatto in discussione le decisioni degli iscritti. Oltre al ruolo del garante vengono contestate anche la richiesta di modificare il simbolo e la revisione dei poteri del presidente. Secondo un parlamentare pentastellato gli iscritti torneranno al voto “fra una manciata di giorni”.
M5s, Conte accetta il ricorso
Per i vertici pentastellati il ricorso di Grillo è “un cortocircuito” che mira alla difesa “di un conflitto di interesse”, dato che si parla proprio del ruolo del garante. Ma il leader attuale del partito ha deciso di non rispondere al ricorso di Grillo con un altro ricorso, accettando, anche se iracondo, la ripetizione delle votazioni.
Leggi Anche
In un post su X affronta la questione, iniziando il messaggio con una lode per il percorso costituente: “Ieri si è concluso il processo costituente con il più intenso e coinvolgente bagno di democrazia partecipata e deliberativa che sia mai stato realizzato da una forza politica. Ci siamo completamente rinnovati e ricaricati con tante, significative proposte per cambiare il Paese e guardare fiduciosamente al futuro”.
Annuncia poi la mossa di Grillo, scrivendo che il fondatore “ha appena avviato un estremo tentativo di sabotaggio: ha chiesto di rivotare, invocando una clausola feudale che si trascinava dal vecchio statuto. Insomma, è passato dalla democrazia diretta al “qui comando io” e se anche la maggioranza vota contro di me non conta niente”. Per Conte il messaggio di Grillo è “che non conta più la regola democratica “uno vale uno”, perché c’è uno che vale più di tutti gli altri messi assieme”.
Fa sapere ai suoi seguaci che si potrebbe contestare la vecchia clausola, attraverso un contenzioso legale, ma annuncia che non lo farà, perché la priorità è “occuparci del Paese reale, a cui noi del Movimento vogliamo offrire soluzioni e battaglie da vincere, non capricci e beghe personali del fondatore. Il ruolo dell’azzeccagarbugli lo lascio quindi a Grillo”. Sottolinea che “noi preferiamo ancora e sempre la democrazia, la partecipazione, la vostra libertà di scelta” e conclude annunciando che fra qualche giorno si tornerà a votare online sui punti indicati da Grillo.
L’annuncio di Toninelli e il dubbio del quorum
Il ricorso di Grillo è stato annunciato dall’ex ministro Danilo Toninelli, da sempre vicino al fondatore: “Si è perso un round, non certo la guerra, Grillo di certo chiederà la ri-votazione, quindi tutto quello che si è votato si dovrà rivotare. Il proprietario del simbolo è Beppe Grillo e farà un’azione legale”. Toninelli ha portato all’attenzione il problema del quorum: “Il 30% di quelli che hanno votato contro l’eliminazione del garante non voterà e non è detto che raggiungano il quorum“.
Infatti quel tipo di votazione è valido solo se partecipa il 50% più uno degli aventi diritto. E votare di nuovo a pochi giorni di distanza potrebbe essere rischioso per l’astensione, soprattutto se i sostenitori del fondatore penseranno a una strategia di sabotaggio per incentivarla. Alcuni degli esponenti vicini a Grillo fanno sapere che nelle votazioni dello scorso weekend le percentuali sono state dal 52% al 62% a seconda del tipo di quesito.
Il fondatore del M5s non ha solo il ricorso come unica arma a disposizione. Infatti si vocifera, tra chi lo conosce, che stia valutando anche di presentare alle prossime politiche una forza col simbolo del M5s. Entro Natale Grillo dovrebbe tornare a Roma per “una rimpatriata con chi non lo ha mollato”.
© Riproduzione riservata