M5s contro Urso: “Basta battaglie ideologiche contro l’elettrico”

Il M5s sostiene che Urso sia "pronto a tutto pur di distruggere il settore dell'elettrico"

Redazione
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In una nota congiunta gli europarlamentari del M5s Valentina Palmisano e Dario Tamburrano, hanno criticato la proposta del ministro delle Imprese Adolfo Urso che porterà al Consiglio Competitività in programma giovedì a Bruxelles. Si tratta della proposta per affrontare la crisi del settore automobilistico, in cui il ministro sostiene la necessità di avere più tempo per la transizione.

La proposta del ministro Urso

Il ministro Urso ha illustrato ieri al tavolo con Confindustria e i sindacati la proposta italiana per affrontare la crisi del settore automobilistico prima di presentarla ufficialmente a Bruxelles al Consiglio competitività. Questa è caratterizzata da tre punti fondamentali.

Ministro delle imprese, Adolfo Urso
Ministro delle imprese, Adolfo Urso

Uno di questi è l’anticipazione dal 2026 al 2025 della revisione del regolamento sui veicoli leggeri, per far slittare la data del provvedimento che decreta dal 2035 la vendita di soli veicoli 100% elettrici. Punto sostenuto anche dal vicecancelliere e ministro tedesco Robert Habeck. Gli altri due sono la richiesta di risorse europee per finanziare la transizione e l’introduzione del principio della neutralità tecnologica, che consentirebbe di allungare la vita ai motori endotermici.

“Se il biocombustibile o altre forme di energia raggiungono lo stesso obiettivo,
usiamoli”
sostiene il ministro, che puntualizza che “c’è una crisi evidente in atto in Europa con il crollo del mercato elettrico e le difficoltà che incontrano le
multinazionali dell’auto che ci obbliga a prendere decisioni”.

Alcuni dei punti affrontati da Urso sono stati condivisi dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che ha promesso di dialogare con le
Confindustrie europee per “poter dare sostegno a questa politica nuova dell’Europa”, in particolare per la competitività delle imprese e la disponibilità di più “tempo e spazio per poter fare la transizione”.

Tra i sindacati, la Cisl ha parlato di un incontro “positivo”, mentre Cgil e Uil non si sono mostrate convinte. Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha domandato al ministro se la sua proposta, pur “condivisibile”, sia approvata
dai maggiori produttori di auto europei. Bombardieri ha ricordato che “Stellantis, Renault, Volkswagen e Bmw hanno dichiarato che non sono disponibili a ritornare indietro rispetto alla decisione della Commissione europea”, dopo aver
programmato gli investimenti.

I sindacati metalmeccanici, invece, che non hanno partecipato all’incontro, temono una crisi con “effetti industriali e occupazionali senza precedenti” e sono pronti allo sciopero del settore automotive nel mese di ottobre.

La critica del M5s

Per i pentastellati la proposta del ministro Urso non è qualcosa di fattibile e dichiarano persino che sia “pronto a tutto pur di distruggere il settore elettrico”. Definiscono “fake news” l’affermazione del ministro sulla la crisi del mercato delle auto elettriche che porta alla necessità “modificare, se non cancellare, la transizione verso l’elettrico e lo stop alle auto inquinanti”. Commentano quindi la sua proposta di posticipare la transizione con i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia, che mostrano che nel 2024 un’automobile venduta su cinque in tutto il mondo sarà elettrica, ma prodotta soprattutto da americani e cinesi. Quindi per i 5 stelle “le ragioni della crisi dell’auto vanno cercate altrove. Basta falsi capri espiatori”.

La proposta di Urso che presenterà all’Ue giovedì rischia di isolare ancora di più i costruttori europei e renderli marginali nella transizione sostenibile con la drammatica conseguenza che milioni di lavoratori perderanno il posto di lavoro”. Invitano il ministro a non fare battaglie ideologiche contro l’elettrico, ma a impegnarsi per far “diminuire i costi delle ricariche in Italia che sono tra i più alti d’Europa, per aumentare il numero di colonnine e per sostenere le pmi dell’indotto automobilistico a riconvertirsi”.

Per i pentastellati puntare tutto sul biocombustibile come alternativa all’elettrico è “l’ennesimo regalo di questo governo alle lobby dell’agroindustria che cercano nuovi e più remunerativi mercati rispetto alle loro attuali produzioni”. Questo però potrebbe avere “conseguenze drammatiche sul clima aumentando la deforestazione e farebbe aumentare i prezzi dei prodotti di frutta e verdura che arrivano sulle nostre tavole”. Concludono invitando il ministro Urso a tornare sui suoi passi perché altrimenti l’Italia rischia di non stare al passo coi tempi.

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