Il presidente dell’Associazione Rousseau non le manda a dire all’ex premier: «In qualsiasi azienda un amministratore delegato simile sarebbe licenziato. La scissione di Di Maio sono giochi di palazzo». Chiosa finale sul Movimento:«Ha superato il punto di non ritorno»
«Con la guida di Conte il Movimento ha perso la sua anima. Persi l’80% degli elettori del 2017, si sono candidati 10 sindaci contro i 224 sempre del 2017, i gruppi locali si sono diradati, perse la vicepresidenza in Europa e la maggioranza relativa in Parlamento, sono rimasti 167 parlamentari sui 339 iniziali» Davide Casaleggio, presidente dell’Associazione Rousseau, ha aperto con questo duro attacco ai danni del leader pentastellato, Giuseppe Conte, la sua intervista al Corriere della Sera.
L’ex premier, infatti, secondo l’opinione di Casaleggio avrebbe «accentrato i poteri nelle stanze romane, annichilendo i gruppi territoriali che erano stati fondamentali nello sviluppo e nella copertura garantita dal Movimento, in grado di aumentare e sostenere il proprio bacino elettorale attraverso un sistema “know how” unico al mondo».
Casaleggio, proseguendo su questa scia critica, ha ammesso: «In 15 mesi distrutto un successo politico decennale ed efficiente. Questo è fisiologico quando annulli il dibattito e le persone escluse decidono di abbandonarti. In qualsiasi altra azienda del mondo, un amministratore delegato che ottenesse questi risultati sarebbe licenziato». Chiosa finale sul futuro del Movimento Cinque Stelle: «Ha superato il punto di non ritorno, potrebbe anche finire qui».
Su Di Maio e la scissione, Casaleggio mantiene un profilo molto basso: «Mi sembra un “gioco di palazzo” per spostare parlamentari in un altro contenitore. Alle prossime elezioni potrebbero esserci più partiti che elettori».