Liguria, Orlando sulle regionali: “Non è lotta fra due schieramenti, ma tra democrazia e oligarchia”

Orlando sentenzia che il processo a Toti ha svelato l'oligarchia che si celava dietro i vertici della Liguria

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Le elezioni regionali in Liguria del 27 e 28 ottobre si avvicinano e Andrea Orlando (Pd), il candidato del campo largo, ha organizzato nella giornata di ieri un comizio al Mandraccio, al Porto Antico, a Genova per lanciare la sua campagna elettorale. Durante l’incontro ha parlato del candidato del centrodestra Bucci e delle lotte che vuole portare avanti se dovesse essere eletto.

Queste le sue parole su Facebook di alcuni giorni fa per avvertire i sostenitori: “Dopo anni di pessima gestione, di consorterie, di opportunità mancate, è arrivato il momento di dare una svolta alla nostra regione: più lavoro, più opportunità alle giovani generazioni, più investimenti in trasporti, più sanità pubblica. Perché nessuno deve più rimanere indietro. Lo possiamo fare tutte e tutti insieme. Si parte da Genova, sabato 21 settembre alle ore 17.30 in Piazzale Mandraccio, per l’apertura della campagna elettorale. E poi in ogni comune, in ogni provincia, persona per persona. C’è bisogno di fare. Ma fare per bene”.

Andrea orlando, candidato centrosinistra regionali Liguria
Andrea orlando, candidato centrosinistra regionali Liguria

La sfida tra democrazia e oligarchia

Per Orlando queste elezioni non sono semplicemente una lotta tra due schieramenti, ma si sta combattendo “una sfida tra la democrazia e l’oligarchia“. Chiarisce che a lui non interessano i processi, perché a quelli ci penserà la magistratura, nella quale dice di aver fiducia, “ma l’inchiesta in Liguria ha fatto cadere la maschera a un’oligarchia, i tappeti rossi stesi in Liguria erano il simbolo delle corsie privilegiate degli amici”. Ovviamente si riferisce all’inchiesta a Giovanni Toti, ex presidente della Liguria, che è stato sospeso dalla carica perché accusato di corruzione.

Confessa che pensava che “la Giunta Toti non fosse in grado di programmare“, in realtà non è così. La verità è che non si voleva programmare, “perché se non programmi puoi fare i favori a chi ti finanzia le campagne elettorali. Come politico so quando le istituzioni stanno con la schiena dritta e quando si mettono in ginocchio di fronte ai poteri economici”.

A queste accuse ha risposto il deputato e vice ministro al Mit Edoardo Rixi, segretario della Lega in Liguria, dicendo che ciò che ha dichiarato Orlando è “curioso”. Questo perché il candidato del campo largo, che secondo lui è stato per anni protagonista in un sistema dove il potere si concentra sempre nelle mani di pochi, sta accusando “chi da sempre si impegna per restituire centralità ai territori, ai cittadini e al voto popolare”.

Risponde a Orlandi dicendo che i cittadini non hanno dimenticato gli anni in cui il Pd è salito al potere senza aver mai vinto le elezioni, “con decisioni prese senza alcun confronto elettorale. Se l’onorevole Orlando vuole dare lezioni di democrazia, gli suggeriamo di iniziare a fare autocritica”. Sottolinea che per la Liguria e la Lega è fondamentale “il diritto del popolo di scegliere chi li governa, senza bisogno di élite autoreferenziali”.

Orlando su Bucci

Durante il comizio, il candidato del campo largo chiarisce una dichiarazione che aveva fatto nei giorni passati nei confronti di Bucci, che ha provocato la rabbia di quest’ultimo. “Bucci si è arrabbiato perché io ho detto che lui faceva parte di un contesto criminogeno, lo ridico, mi quereli non mi avvarrò dell’immunità parlamentare”. Ha specificato di non aver detto che lui è un delinquente“, ma “ho detto che o non ha visto i delinquenti o quando hanno fatto dei reati si è girato dall’altra parte”.

Bucci ha risposto alle accuse di Orlando dicendo: “Ha perso la testa. Le accuse che mi rivolge sono un delirio. Non deve avvalersi dell’immunità parlamentare, la condanna è immediata ed evidente a tutti. Mi dice di aver fatto parte di un contesto criminogeno, di essermi voltato dall’altra parte per coprire reati per i quali persino la procura ha ritirato le accuse”.

Dice che è una persona falsa, dato che quando lo incontra mette in scena una farsa mostrando una faccia, mentre fa cadere la maschera quando si trova davanti ai suoi. E gli consiglia di abbandonare la retorica che sta usando parlando “di una guerra santa tra la democrazia e l’oligarchia, tra il bene e il male”, perché “non convince i cittadini, che sanno bene quando uno non sa cosa dire perché l’altro sa cosa fare. Anzi, lo ha fatto e lo continua a fare”.

Orlando parla anche delle accuse di avere troppi partiti dietro di sé, quando fa notare che Bucci “basterebbe che si girasse per vedere chi c’è dietro di lui, Bucci scherma i soliti noti, la destra ligure nella sua storica formazione che oggi cerca di sbianchettare la faccia di Giovanni Toti dalla foto”. Continua accusando che “oggi Toti non lo conosce più nessuno, nessuno sa chi è, con salti mortali per mettere i totiani in lista ma non farli vedere perché il ‘Modello Liguria’ è finito al primo patteggiamento, al secondo vacilla anche il ‘Modello Genova’, la narrazione che è stata fatta non sta più in piedi”.

Dichiara poi di aver chiesto a Bucci un confronto, e che questo ha accettato ma col patto che ci siano tutti. Orlando commenta la questione dicendo di sapere che
“c’è un altro suo alleato sottotraccia, ma non ci spaventiamo: facciamo i confronti con tutti, anche se sarà un casino“. Chiarisce però che “non mi siedo in una tribuna a fianco ad un rappresentante di Forza Nuova, perché veniamo dalla Resistenza e dalla lotta al fascismo”, dato che il partito è di estrema destra neofascista.

Gli obiettivi per la Liguria

Per la Liguria Orlando auspica un’apertura, contro l’autoritarismo, l’inclusività, “perché non si discrimina per l’orientamento sessuale. E vogliamo raccogliere la sfida di tante ragazze che ci contestano una società patriarcale. E dobbiamo compiere una rivoluzione, che è quella delle donne“.

Sul tema sanità, il candidato dice di voler combattere per unasanità pubblica
e gratuita
come previsto dalla nostra Costituzione”.
Sulla sanità, “Bucci ai giornalisti risponde vedremo, studieremo: io non ho bisogno di vedere perché so che cosa voglio fare”, a partire dal fatto che “Alisa (azienda sanitaria regionale) va superata”.

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