Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha espresso una forte posizione durante la sua partecipazione alla terza Marcia mondiale per la pace a Bologna. Secondo Landini, la lotta per la pace e la rivolta sociale sono intimamente connesse, rappresentando due facce della stessa medaglia. In un momento storico in cui le disuguaglianze sociali e le guerre sembrano dilagare, il leader sindacale ha sottolineato che la vera “rivolta” non è quella violenta, ma quella che spinge ogni individuo a non ignorare le ingiustizie sociali e politiche. Per Landini, il rifiuto di accettare passivamente le condizioni di precariato, povertà, disuguaglianza e la violenza della guerra è il motore di un movimento che deve coinvolgere tutti, con l’obiettivo di costruire una società più giusta e pacifica.
Le parole di Landini
Landini ha anche parlato della crisi democratica che sta affliggendo il Paese, dove, a suo avviso, la disaffezione dal voto è un sintomo di una democrazia malata. “Non si può delegare tutto ad altri, la gente deve tornare in piazza e mobilitarsi per difendere i propri diritti”, ha dichiarato, rimarcando che una vera rivolta sociale nasce solo se le persone sono disposte a reagire attivamente contro l’ingiustizia. Il leader della Cgil ha inoltre rimarcato che la pace non è possibile senza la libertà delle persone, un concetto che lega inestricabilmente la lotta contro la guerra e il miglioramento delle condizioni di vita della classe lavoratrice.
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La Marcia mondiale per la pace, a cui ha partecipato, è stata l’occasione anche per affrontare altre tematiche cruciali della politica internazionale, in particolare la situazione in Palestina. Landini ha parlato con fermezza della condanna per i crimini di guerra perpetrati dal governo israeliano, sottolineando la necessità di fermare il massacro dei palestinesi e chiedendo che l’Italia assuma una posizione più decisa in favore della pace e dei diritti umani. Secondo il leader sindacale, non si può ignorare il fatto che la comunità internazionale, con la Corte penale internazionale, ha già emesso un mandato di arresto contro il primo ministro israeliano Netanyahu, accusato di crimini di guerra. “Non possiamo accettare che i crimini di guerra siano giustificati da ragioni politiche. L’Onu e la Corte devono essere rispettati, e la comunità internazionale deve fare la sua parte per fermare la violenza“.
Landini ha quindi esteso la sua critica alla politica estera italiana, che, a suo avviso, non ha preso una posizione chiara sulla situazione palestinese, mentre il governo israeliano continua a perpetuare atrocità contro un popolo sotto assedio. “Non è sufficiente rimanere in silenzio, è il momento di alzarsi e chiedere giustizia per il popolo palestinese”, ha detto, chiedendo che vengano riconosciuti anche i diritti fondamentali dei palestinesi alla vita e alla libertà.
Un altro tema caldo sollevato da Landini durante la sua partecipazione alla marcia è stato quello del conflitto in Ucraina. Il segretario generale della Cgil ha evidenziato il pericolo di un’escalation che potrebbe portare a una “guerra totale”, esprimendo preoccupazione per le dichiarazioni aggressive di Putin e per la crescente corsa agli armamenti. In un contesto globale segnato da conflitti, è necessario, secondo Landini, riscoprire l’urgenza della pace. “C’è bisogno di fermare la guerra in Ucraina, fare cessare il fuoco e riprendere i negoziati“, ha dichiarato, sottolineando come, in un momento del genere, il movimento dei lavoratori debba scendere in piazza con maggiore determinazione per promuovere la pace, contrastare la corsa agli armamenti e chiedere investimenti in settori come la sanità e il cambiamento climatico, che sono di vitale importanza per il futuro delle nuove generazioni.
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