La profezia di Draghi: “Europa in recessione, serve integrazione o non sopravviverà”

Mario Draghi, intervenendo alla conferenza Global Boardroom del Financial Times, lancia la sua profezia: "O l'Europa agisce insieme e diventa un'unione più profonda, oppure temo che non sopravviverà se non come mercato unico"

Martina Onorati
4 Min di lettura

Mario Draghi non fa sconti (ormai libero delle vesti ufficiali che ha ricoperto quasi tutta la vita) e lancia un monito all’Europa. L’economia europea entrerà ufficialmente in recessione entro la fine dell’anno e la sopravvivenza a lungo termine dell’Ue dipende da un’indilazionabile accelerazione nell’integrazione del blocco.

La profezia di Draghi

Mario Draghi, ex premier e presidente Bce
Mario Draghi, ex premier e presidente Bce

L’ex premier e presidente della Bce, intervenendo alla conferenza Global Boardroom del Financial Times, lancia la sua profezia: “O l’Europa agisce insieme e diventa un’unione più profonda – ha affermato Draghi – capace di esprimere una politica estera e una politica di difesa, oltre a tutte le politiche economiche, oppure temo che l’ Unione Europea non sopravviverà se non come mercato unico“.

L’analisi del futuro subitaneo del quadro macro economico europeo arriva mentre l’economia Ue fa fatica a rianimarsi dai continui collassi cardiaci del pianeta: dalla pandemia, alla guerra della Russia contro l’Ucraina, fino al conflitto in Medioriente. Tutti eventi che hanno portato a galla le fragilità delle catene di approvvigionamento del blocco, del mercato energetico e delle dipendenze globali.

Draghi, “Avremo recessione entro la fine dell’anno”

Ursula Von der Leyen e Mario Draghi
Ursula Von der Leyen e Mario Draghi

È quasi sicuro che avremo una recessione entro la fine dell’anno – ha spiegato l’ex premier – È abbastanza chiaro che i primi due trimestri del prossimo anno lo dimostreranno“. Sebbene Draghi abbia garantito che la recessione difficilmente sarà “profonda” o “destabilizzante”.

Dunque la sua disamina è più nichilista rispetto ai più recenti pronostici, sia della Banca centrale europea, che del Fondo Monetario Internazionale, i quali prevedono un guizzo della crescita europea a partire dagli ultimi mesi di quest’anno. Draghi ha avuto da Ursula Von der Leyen il compito di preparare un rapporto su come l’Unione può affrontare l’erosione della competitività globale, in particolare rispetto a Stati Uniti e Cina, (paesi che hanno investito grosse somme nel sostenere la transizione verde).

Draghi e il modello economico Ue andato in frantumi

Mario Draghi
Mario Draghi

“Dovremmo preoccuparci molto di questo – ha proseguito Draghi – l’economia europea ha perso competitività negli ultimi 20 e più anni rispetto non solo agli Usa, ma anche al Giappone, alla
Corea del Sud e ovviamente alla Cina
. Abbiamo perso presenza e impronta in molte zone e aree della tecnologia” e ciò è avvenuto quando è terminato il modello passato della Ue che faceva ampio affidamento agli Usa per la difesa, alla Cina per il commercio e alla Russia per l’energia. “Il modello geopolitico ed economico su cui poggiava l’Ue dalla fine della seconda guerra mondiale – ha ribadito Super Mario – si è dissolto“.

Bisogna agire sull’energia

“La bassa produttività, gli alti costi energetici e la mancanza di manodopera qualificata – spiega Draghi – sono i principali punti deboli dell’Unione. Per avere un’economia in grado di sostenere una società che invecchia al ritmo che abbiamo in Europa, dobbiamo avere una produttività molto più elevata – ha concluso – Il punto su cui dobbiamo agire insieme è l’energia. Non andremo da nessuna parte pagando l’energia due o tre volte quello che costa in altre parti del mondo”.

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