La zona umanitaria di Khan Yunis, nel Sud della Striscia di Gaza, è stata attaccata nella notte da un raid aereo israeliano. Il bilancio dell’offensiva è tragico: per il momento i morti sono 40 e i feriti 60, ma non è chiaro se i numeri siano destinati a salire. La situazione nel campo che ospita gli sfollati palestinesi è tragica. I cinque razzi che hanno colpito le tende destinate ai rifugiati hanno provocato una situazione infernale, di cui ancora non si è venuti a capo.
“Intere famiglie sono scomparse nella sabbia” ha dichiarato il portavoce della protezione civile a Gaza, Mahmud Basal, cercando di far comprendere la tragicità della situazione in corso. Dalle immagini trasmesse sui media internazionali dal campo di Khan Yunis, è possibile vedere squadre di soccorritori, che scavano nella sabbia alla ricerca di superstiti e anche dei corpi delle vittime. Non è al momento chiaro il numero dei dispersi, ma si prospetta un bilancio tragico.
Leggi Anche
L’Idf israeliana ha sostenuto che il raid aereo avesse come obiettivo la distruzione di miliziani di Hamas che avrebbero cercato rifugio nella tendopoli umanitaria. Una lettura degli eventi smentita immediatamente dalle autorità palestinesi, che hanno invece dichiarato che all’interno della zona umanitaria non fossero presenti esponenti dell’organizzazione terroristica. “Le accuse dell’esercito fascista d’occupazione secondo cui vi sarebbero membri della resistenza sul luogo dell’attacco sono una palese menzogna, con la quale cercano di giustificare questi crimini atroci” ha confermato Hamas in un comunicato.
La situazione a Khan Yunis
Nella mattinata di oggi l’esercito di Israele ha dichiarato che l’offensiva di Khan Yunis rientra in un’operazione congiunta con i servizi segreti interni dello Stato ebraico, lo Shin Bet, che aveva come obiettivo “importanti terroristi di Hamas“. La retorica israeliana non è dunque cambiata, ma è stata rafforzata con ulteriori dettagli. Secondo lo Stato di Benjamin Netanyahu, infatti, all’interno del campo profughi era presente un centro di controllo di Hamas, nascosto proprio tra le tende degli sfollati.
Per questo il raid avrebbe preso di mira una ventina di tende, situate nelle vicinanze della moschea Ozman bin Affan, dietro il British Hospital, ovvero nella zona sud-ovest della città. Secondo il racconto dei superstiti e della protezione civile palestinese, “l’esplosione ha creato un grande cratere e un incendio. I corpi e le tende si sono mescolati nella sabbia e ci sono diverse persone disperse“. Si tratterebbe di “un orribile massacro” che avrebbe colpito proprio il cuore del Paese; una zona umanitaria in cui hanno trovato rifugio parte degli sfollati palestinesi, che ad oggi rappresentano il 90% della popolazione della Palestina, ovvero due milioni di persone.
Lo stallo dei negoziati
I negoziati per l’individuazione di un accordo tra lo Stato di Israele e Hamas sembrano non essere vicini ad una risoluzione. Le due parti in gioco non riescono a trovare una quadra che accontenti entrambi, così lo stallo prosegue mentre in Palestina continuano le offensive. Gli Stati Uniti hanno tentato di inserirsi più profondamente nella questione, tentando di presentare una proposta che porti i due Paesi e raggiungere un cessate il fuoco.
Secondo quanto dichiarato dal segretario di Stato Anthony Blinken il patto tra Israele e Hamas sarebbe stato concordato al 90% anche se rimangono questioni critiche da affrontare. “Per quanto io creda che siamo vicini a ottenere un accordo di cessate il fuoco, ogni giorno che passa senza che venga finalizzato è un giorno in cui succede qualcos’altro e c’è un evento che rimanda le cose e fa correre il rischio di far deragliare” ha infatti dichiarato Blinken, sostenendo che gli Usa sono pronti ad offrire nuove idee nei prossimi giorni anche tramite la mediazione di Egitto e Qatar.
© Riproduzione riservata