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Israele all’assalto dell’Iran, cosa ne pensa l’opposizione?

Dopo mesi di militanza pro Pal e condanna di Israele, ora che Netanyahu vuole combattere il regime degli ayatollah ed evitare che l'Iran entri in possesso dell'arma nucleare, qual è la linea di Pd, M5s, Iv e Avs?

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E così, il momento che tutto il Medio Oriente ha atteso e temuto per quasi 15 anni è arrivato. Israele ha dato inizio ad un attacco militare contro l’Iran con l’obiettivo di eliminarne il programma e le capacità nucleari del Paese degli ayatollah. In questo scenario intriso di strategie geopolitiche, passi falsi, pareri, preoccupazioni e coinvolgimenti a livello internazionale, si inserisce anche l‘opposizione italiana. Da Elly Schlein a Matteo Renzi, da Giuseppe Conte a Angelo Bonelli, non mancano le prese di posizione per condannare il modus operandi del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nella gestione degli attacchi tra Israele e Iran.

Ascoltando le voci dei leader di partito, la principale preoccupazione è che venga “dimenticata” la crisi a Gaza o la guerra tra Russia e Ucraina, oltre al fatto che il Governo sembra non abbia un linea definita: è dalla parte del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha applaudito l’azione del primo ministro israeliano Benjamin Nathanyahu? Oppure si pensa che si possa frenare la escalation?

Richieste reiterate sollevate dopo aver ascoltato il titolare della Farnesina, in occasione dell’audizione-informativa davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato. La prima a dare voce agli scranni dell’opposizione è la segretaria del Pd che incalza il vicepremier forzista sul dovere di fermare Netanyahu e le reazioni dell’Iran “perché l’attacco militare non è la via per perseguire gli obiettivi che tutti condividiamo“, ovvero lo stop al nucleare iraniano, “e su questo vorremmo chiarezza e chiediamo anche all’Europa di avere una voce chiara e univoca“.

Quindi, “se siamo tutti d’accordo sull’obiettivo che l’Iran non possa sviluppare la bomba nucleare, che va perseguito con la diplomazia e la politica” e l’attacco di Israele “rischia di dare un alibi per l’uscita dal Trattato di non proliferazione nucleare. L’Italia e l’Unione europea devono difendere con ogni forza il Trattato sulla non proliferazione nucleare“.

Schlein non si limita a sollevare quella che ritiene essere la poca coerenza dell’esecutivo, ma attraversa l’oceano e arriva alle sponde degli Usa, dove Trump “doveva risolvere in 24 ore” gli scenari di crisi. Invece, “dopo mesi dalla nomina, i conflitti continuano e ora si avvia un’escalation potenzialmente globale“, puntualizza facendo leva sulla simpatia nonché la fiducia della premier posta nei confronti del tycoon, che è stato “scavalcato” da Netanyahu in questa nuova guerra.

Ma questa concentrazione di energie e di attenzioni impiegate nel nuovo conflitto, a detta di Schlein, non deve distogliere dagli impegni da ricoprire anche nella drammatica situazione di Gaza. E così, la segretaria dem evidenzia davanti a Tajani la “discrasia tra alcune sue dichiarazioni e quelle del ministro Guido Crosetto che ha detto, ci aspettavamo questo scenario” e si domanda se ci sia “un problema di comunicazione tra le due strutture“.

In ogni caso, l’ex astro nascente del Pd tiene a specificare che “nessuno di noi qua dentro nutre alcuna simpatia per il regime teocratico, liberticida di Teheran che, anzi, abbiamo sempre contrastato, continueremo a contrastare, supportando gli sforzi dell’opposizione iraniana e partecipando ad ogni manifestazione, unendoci al grido di donna, vita e libertà“. Un puntare i piedi che rappresenterebbe ciò che i dem sono: “Quelli che forse per primi proposero a questo Parlamento una risoluzione contro quello che sta facendo il regime di Teheran che poi fu votata credo da tutti“.

In tal senso, si pone all’attenzione dei presenti la delicata Costituzione italiana, che stabilisce che l’Italia ripudia la guerra come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali. Ecco, secondo Schlein sarebbe ciò che invece il governo di Netanyahu “ha fatto e sta facendo“. Quindi, si chiede alla coalizione al potere di essere conseguente con la Carta fondamentale: frenare l’escalation, favorire la de-escaltion e fermare Israele.

Renzi risolutivo: “Principio dei due Stati e Iran libero dagli ayatollah”

Da Italia Viva, un Matteo Renzi nella migliore delle sue tenute, che con la solita ironia pungente tenta di porre i puntini sulle i apostrofando qua e là la maggioranza. “Dieci anni fa il Medioriente stava peggio: dieci anni fa dal Medio Oriente partivano gli attacchi terroristici in Occidente. Oggi c’è il salto di qualità con lo scontro diretto Israele-Iran“, afferma l’ex premier puntando il dito contro il ministro Tajani, un ‘Alice nel Paese delle meraviglie’, che “cade dal pero” perché non si sarebbe maio aspettato che lo Stato ebraico potesse effettivamente attaccare la Repubblica islamica. “Ma che pensiamo? che Netanyahu faceva un comunicato?, scandisce retoricamente il leader di Iv al Convegno Nazionale dei Giovani imprenditori.

Nel delineare le prospettive di questo conflitto, Renzi cerca di offrire la soluzione: “Occorrerebbe la politica, la diplomazia internazionale. Vedo un’Europa debole, un’Italia debolissima e vedo anche una mancanza di leadership da parte delle potenze che dovrebbero oggi giocare un ruolo diverso“. E da qui, il modo concreto per sciogliere il nodo, declinato nel principio dei due stati, dei due popoli per quello che riguarda Israele e la Palestina e di un Iran che sia finalmente libero dalla dittatura degli ayatollah.

Conte avverte: “E’ escalation”

Dulcis in fundo, dal Movimento 5 Stelle, con un Giuseppe Conte che si mostra convinto sul fatto che si starebbe assistendo ad un’escalation. “Ormai Netanyahu sta riscrivendo il diritto internazionale a suo piacimento, sta realizzando un genocidio a Gaza e, da ultimo, ha attaccato infrastrutture strategiche in Iran“, rivela il leader pentastellato chiedendosi cosa ne sarà del futuro. “Sicuramente – prosegue – rischia di incendiare l’intero Medio Oriente con strascichi e quindi anche con grande pericolo in Europa“, che è intanto “afona, si divide“.

Poi, analizza Antonio Tajani ricordando che le sue parole secondo cui non era previsto un attacco, ma che in poche ore è stato smentito, mentre Meloni, a detta di Conte, sarebbe sempre “lì alla ricerca di capire quale sarà la prossima mossa di Trump per schierarsi, ovviamente, a suo favore e a favore degli Stati Uniti“. E mentre arriva a Salerno per inaugurare il gazebo contro il riarmo, l’ex premier pugliese sentenzia con convinzione: “La verità è che l’unica cosa certa è questa corsa al riarmo“, oltre l’escalation militare, che non porterà assolutamente più sicurezza, ma “anzi più insicurezza a tutti i cittadini“.

Bonelli: “E’ corsa al riamo nucleare: tragedia annunciata”

Bonelli di Avs, nel prendere la parola in Aula dopo l’intervento del vicepremier di Forza Italia, attacca senza esitazione: “Il suo governo insieme a tanti governi in primis Trump hanno lavorato per la delegittimazione degli organismi internazionali, Onu, Cpi e di fronte alla delegittimazione del diritto internazionale vince il più forte“. E adesso, dinanzi al silenzio dell’Ue, la politica in Medio Oriente non la fa l’Europa o l’Occidente, la fa solo Netanyahu e “lei è il ministro degli Esteri della presa d’atto“.

Pur riconoscendo che il governo sia impegnato nell’assistenza umanitaria, Bonelli non accetterebbe mai che le gesta di Netanyahu a Gaza passino in sordina in questo nuovo contesto. Anzi, premette in modo chiaro e netto che insieme all’Alleanza Verdi-Sinistra, “ho sempre condannato con forza la dittatura degli ayatollah in Iran“, un regime “feroce che viola i diritti umani, che perseguita le donne e uccide intellettuali“.

Detto questo, però, il leader di Avs ritiene comunque che sia estremamente pericoloso pensare di poter abbattere una dittatura con un attacco militare unilaterale, “come quello portato avanti da Israele con il pretesto del ‘rischio atomico‘. Un attacco, proprio alla vigilia degli incontri diplomatici a Mascate in Oman, che a detta di Bonelli rischierebbe solo di alimentare instabilità e odio in una regione già martoriata.

Bonelli però pone la questione anche sotto un altro punto di vista, ovvero che starebbe passando l’idea che solo chi possiede la bomba atomica sia al sicuro. Un messaggio che alimenta una nuova corsa al riarmo nucleare, rafforzando dittature e moltiplicando i pericoli per l’intero pianeta: una tragedia annunciata. Motivo per cui, “serve un cambio di rotta, un’Europa che torni a difendere il diritto internazionale, che rifiuti la logica della guerra e che costruisca una vera politica di pace“, è l’invocazione di Bonelli.

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