Il rischio di un’escalation in territorio mediorientale diventa ogni giorno più plausibile. Nella notte, senza preavviso o consultazioni, gli Stati Uniti hanno bombardato le tre basi nucleari iraniane, con l’obiettivo di porre fine ai piani per la costruzione della bomba atomica nel Paese. Un progetto che ha provocato reazioni piuttosto diverse e che ha lasciato la maggior parte dell’opinione pubblica perplessa. C’è da capire, infatti, quali potrebbero essere le conseguenze di questa azione e in che modo gli Usa sono intenzionati a gestirle.
Intanto, in Italia così come nel resto del mondo, i leader politici hanno alzato la voce per farsi sentire e commentare quanto accaduto questa notte. Nel nostro Paese, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha convocato una riunione con i ministri e i servizi ma tace ancora a livello pubblico. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha rassicurato sulla sicurezza dei nostri connazionali e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha auspicato che questa possa essere l’ultima ondata di violenza prima della de-escalation.
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“Adesso ci auguriamo che, dopo questo attacco l’Iran si possa sedere a un tavolo delle trattative“, ha sostenuto, annunciando inoltre di aver convocato una riunione dei nostri ambasciatori nell’area per fare il punto, mentre la Farnesina continua a lavorare 24 ore su 24 per garantire tutte le informazioni necessarie ai cittadini.
Iran, la rivolta delle opposizioni per avere chiarezza sul ruolo italiano
Molto meno pacate sono state le opposizioni, che invece hanno duramente criticato il governo per essersi schierato al fianco di Israele. Tra i primi ad esprimersi c’è il leader di +Europa, Riccardo Magi, che ha definito “sconsiderato” il piano di Israele, per poi chiedere che Meloni riferisca in Senato. “Trump doveva porre fine alla guerra in Ucraina in 24 ore e doveva fermare il conflitto mediorientale. Sta accadendo esattamente il contrario“, ha sostenuto, spalleggiato da Arturo Scotto del Pd, che ha riportato la stessa tesi.
I due leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, hanno chiesto che domani in Aula alla Camera, dove il premier dovrà informare il Parlamento sulla posizione italiana in vista del vertice della Nato, Meloni riferisca su quanto accaduto. Al momento non vi sono invece dichiarazioni da parte di Elly Schlein, segretaria del Pd, e Giuseppe Conte, leader del M5S.
Iran, l’appello dell’Ue alla de-escalation
L’Unione europea resta fermamente convinta dell’impossibilità da parte dell’Iran di possedere armi nucleari, ma al contempo ritiene non efficiente la decisione del Tycoon di bombardare il territorio di Teheran. L’Alto rappresentante per la politica estera, Kaja Kallas, ha lanciato un appello ad entrambe le parti affinché queste “facciano un passo indietro” e quindi tornino al tavolo dei negoziati.
Il presidente del consiglio europeo, Antonio Costa, si è detto “profondamente allarmato” dalle notizie provenienti dal Medio Oriente, per poi aggiungere un appello a tutte le parte in causa affinché tornino sul terreno della diplomazia, che “è l’unico modo per portare pace e sicurezza nella regione del Medio Oriente“. Il pericolo, nel caso in cui il conflitto continuasse, è che a pagarne il prezzo siano i civili.
Ursula Von der Leyen ha invece deciso di esortare l’Iran a cercare un accordo riguardante i suoi piani nucleari, così che il conflitto possa trovare una fine al più presto possibile. “È giunto il momento che l’Iran si impegni in una soluzione diplomatica credibile. Il tavolo dei negoziati è l’unico luogo in cui porre fine a questa crisi“, ha sostenuto, prima di lanciare una frecciatina non indifferente agli Stati Uniti: “Il rispetto del diritto internazionale è fondamentale“.
Iran, le reazioni internazionali
La Russia è rimasta particolarmente impressionata dagli ultimi eventi di questo conflitto. “Senza il rispetto del diritto all’autodifesa di ogni Paese non si creerà un ordine mondiale ma un caos mondiale“, ha sostenuto il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, condannando duramente l’attacco israeliano in Iran, senza però commentare ancora quello statunitense.
Durissima anche la reazione della Gran Bretagna, che ha dichiarato di essere estraneo all’attacco Usa, ma di sostenerlo. “Teheran non deve mai essere autorizzato a sviluppare armi nucleari e gli Usa hanno adottato misure per attenuare questa minaccia“, ha sostenuto. Dall’Arabia Saudita è giunto invece un monito, accompagnato da un segnale di preoccupazione sull’esito del conflitto.
Un certo timore è stato espresso anche dall’Egitto, che ha sostenuto di essere preoccupato per le conseguenze di un conflitto che in un attimo potrebbe sfuggire al controllo delle parti. Il Cairo ha quindi invitato le due parti ha cercare la strada della diplomazia, al fine di “porre fine a questa pericolosa crisi e preservare la sicurezza e la stabilità della regione“.
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