Il Consiglio di Stato, massimo giudice amministrativo, ha bloccato per il momento l’invio di 6 motovedette alla Tunisia, che avevano lo scopo di intercettare le partenze illegali su barchini in ferro. Il Tar del Lazio aveva inizialmente respinto il ricorso che avevano fatto le Ong pro migranti, poiché reputava legittimo l’accordo per l’invio delle motovedette a Tunisi considerandolo in linea con le decisioni prese a livello comunitario e con la conferma della Tunisia come Paese di origine sicuro.
Il Consiglio di Stato ha invece accolto il ricorso delle ong ribaltando la situazione. Per FdI è una “decisione pericolosa rispetto alla finalità di contrasto del traffico degli esseri umani”, mentre per Angelo Bonelli di Avs è “una vittoria per i diritti umani e per la protezione delle persone migranti”.
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Le prime motovedette dovevano essere consegnate a giugno, ma il Consiglio di Stato ha dichiarato che sono “prevalenti le esigenze di tutela rappresentate da parte appellante”, quindi le Ong. Lorenzo Figoni di ActionAid Italia ha detto che la Tunisia non è stata considerata un luogo sicuro di sbarco, così come la Libia, a causa di deportazioni di massa, arresti arbitrari e violenze contro i migranti. Laura Marmorale di Mediterranea Saving Humans ha dichiarato che “alla luce della documentazione depositata, riteniamo la Tunisia un porto non sicuro”. Il Consiglio di Stato appoggia queste tesi, sospendendo la consegna delle motovedette e rinviando l’udienza di Camera di Consiglio all’11 luglio.
Immigrazione, la Tunisia è un luogo sicuro
Sara Kelany del dipartimento Immigrazione di FdI ha affermato che “il provvedimento in via d’urgenza è stato assunto senza sentire le parti, senza dunque poter acquistare elementi di fatto e di diritto utili a una decisione ponderata. Il decreto del consiglio di Stato appare pericoloso rispetto soprattutto alla finalità di contrasto del traffico degli esseri umani“.
La Tunisia ha formalizzato la propria Zina di ricerca e salvataggio in mare e si sta dotando di un Centro soccorso simile a quello italiano. L’Italia e l’Europa appoggiano lo sforzo tunisino con aiuti e mezzi come le 6 motovedette. L’ammiraglio in congedo Fabio Caffio afferma che “una cosa è la giurisprudenza nazionale, un’altra l’orientamento governativo. In aprile, tramite decreto, ha espresso che la Tunisia è un Paese sicuro. Il governo si attiene pure a dei report internazionali: non c’è solo la sentenza del Consiglio di Stato”.
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