I Dem hanno fissato la soglia minima per “tenere” la corsa di Giorgia Meloni: ora l’esito del voto, poi si apre la partita per il rinnovo dei dirigenti
Venti percento. Questa la quota che potrebbe sconvolgere il futuro del Partito Democratico dopo il 25 settembre. Durante la campagna elettorale, anche in virtù dei sondaggi emersi in questi giorni, dirigenti e amministratori Dem si sono convinti che la soglia del 20% potrebbe essere quella minima per poter dire “Dai, non è andata male”. E per poter poi pensare al congresso – che dovrebbe svolgersi tra marzo e aprile 2023 – senza troppe turbolenze, a parte le incognite sul futuro di Letta.
E proprio il raggiungimento della quota del 20% fa da discriminante per il futuro del partito. Sin da subito infatti l’idea di Enrico Letta è stata quella di fare la corsa su Giorgia Meloni, forse con l’obiettivo di pensare il Partito Democratico come secondo partito nazionale senza alcun tipo di esitazione. Esitazione che invece, sondaggio dopo sondaggio, è emersa in qualcuno, soprattutto con l’avanzata del Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte. Con Meloni che è data ben al di sopra del 20%, ecco che il Pd potrebbe ritrovarsi a poca distanza, come anche dietro all’ex premier Conte.
Tutto dipende dall’esito delle urne. Non solo il ruolo che il Pd assumerà nel prossimo governo, ma anche la conformazione che il partito potrebbe avere nei prossimi mesi. Nella prossima primavera infatti è in programma il congresso per eleggere il nuovo segretario. Letta ha già fatto sapere che lui, al di là del voto di domenica, continuerà a fare politica. Un messaggio per chi in questi giorni scalpita per la segreteria? Potrebbe essere, anche perché i contendenti non mancano: Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, Dario Nardella, sindaco di Firenze, ed Elly Schlein. che piace soprattutto a chi vuole un Pd più vicino alle istanze della sinistra. E a proposito di sinistra, ecco che il Pd, nel caso in cui il voto si attestasse al di sotto delle aspettative, sarebbe in qualche modo costretto a fare un ragionamento sulla sua natura politica: in molti infatti chiedono una forte “sterzata” a sinistra, per riavvicinare il partito ai lavoratori. Una spinta che però cozza contro quella di chi guarda di più al centro. Un problema che, per Enrico Letta o chi per lui, sarà da prendere in considerazione comunque più avanti.