I quattro candidati alla segreteria in coro: “Io non l’ho votato” o “E’ stato un errore”. La Boschi rilancia: “Oggi i Dem preferiscono Grillo a Renzi”
Io non c’ero e se c’ero dormivo. E’ la frase che gira di più in queste ore tra chi ha partecipato all’assemblea del Partito Democratico. Assemblea che ha messo sul tavolo anche diversi punti da cui i Dem vogliono ripartire. E tra questi c’è anche il lavoro. E proprio sul lavoro ecco che i quattro candidati alla segreteria Dem oggi ripudiano il Jobs Act, il provvedimento di marca renziana.
Le posizioni di oggi
Per Paola De Micheli non solo fu un errore, ma bisogna anche “riscrivere le regole del lavoro da zero e non stare lì a cincischiare su minimi correttivi”. “Io non ho votato il Jobs Act – spiega Gianni Cuperlo – in quel momento facevo parte della minoranza del partito. Non per disturbare chi fosse al timone, ma perché ritenevo che quella misura ci mettesse in conflitto con una parte importante del nostro mondo”. Anche Bonaccini ha spiegato che serve “introdurre politiche che rendano il lavoro stabile più conveniente di quello precario”, non parlando esplicitamente del provvedimento, mentre per la Schlein “il jobs act è stato un errore e bisogna fare un salario minimo e una legge sulla rappresentanza per spazzare via i contratti pirata”.
La Boschi difende e attacca
“Nel Pd tutti d’accordo – scrive su Twitter Maria Elena Boschi, di Italia Viva-Azione – nel ripudiare Jobs Act, buona scuola, Industria 4.0 e garantismo per abbracciare reddito di cittadinanza e sussidi. Per il Pd di oggi è meglio Grillo di Renzi. Scelta legittima. Ma chi fra i DEM ha scritto e votato quelle leggi oggi non ha niente da dire?”.