Il leader di Italia Viva commenta le difficoltà del governo degli ultimi giorni e propone un accordo fra tutte le forze politiche: «La situazione è molto più seria di come viene raccontata». E sul futuro dice: «Ho fatto politica in questa legislatura e la farò anche nella prossima»
«Rischia il Paese, non il governo. Abbiamo inflazione, guerra, siccità, crisi energetica, carenza di materie prime e problemi legati al cibo. Serve un Patto per l’Italia per i prossimi dodici mesi e Draghi deve fare come Ciampi trent’anni fa. Tutti insieme: partiti, associazionismo, sindacati, categorie e imprese. La situazione è molto più seria di come viene raccontata». Apre così la sua intervista al “Corriere della Sera” Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che esprime le sue impressioni sulle tensioni che premono sull’esecutivo Draghi negli ultimi giorni.
Il terremoto provocato dai 5 Stelle, con la scissione di Luigi Di Maio dal Movimento, non può mutare troppo la geografia politica italiana, sostiene l’ex premier: «Basta parlarne. Facciamo un progetto per l’Italia per mettere in sicurezza il Paese, dai cantieri al Pnrr. Poi la campagna elettorale, ma prima salviamo il futuro dei nostri figli».
Parole dure quelle di Renzi contro i pentastellati e i litigi interni: «Parlare di cose serie e di grillini nella stessa intervista è una contraddizione». E sulla questione dell’invio di armi in Ucraina, che ha spaccato il Movimento, il volto di Italia Viva dice: «Non interessa a nessuno, tanto che in Parlamento votano tutti allo stesso modo. Se lei fa un giro in Aula vede che ai grillini della geopolitica non interessa nulla: interessa solo capire che faranno da grandi».
Per l’ex presidente del Consiglio, l’uscita di Giuseppe Conte dal governo sancirebbe definitivamente la caduta dei 5 Stelle a Di Battista, molto più abile come leader di protesta rispetto ai predecessori. Ma se la situazione rimanesse immutata, saranno i sondaggi a far crollare il Movimento.
Guerra in Ucraina: «Europa rischia di essere vittima collaterale»
Sul conflitto fra Russia e Ucraina, Renzi esprime preoccupazione: «Merita una riflessione geopolitica, non un chiacchiericcio interno di quattro improvvisati. Il mondo sta cambiando, c’è uno spostamento a est dell’asse globale».
Il leader di Italia Viva ricorda che il ruolo di Putin è sempre più centrale nell’economia globale, ma che il dialogo con la Russia potrebbe essere compromesso per intere generazioni. Allo stesso tempo, dall’altra parte della “cortina di ferro”, Joe Biden affronta un momento difficile per le elezioni di metà mandato, di esito ancora molto incerto, che potrebbero minare non solo la leadership dei democratici negli Usa, ma nell’assetto mondiale.«L’Europa rischia di essere la vittima collaterale di questo conflitto. Io vorrei parlare di questo, non di mozioni grilline», afferma Renzi.
Alleanze: no a Di Maio e Calenda. Spiraglio per Sala?
E sulle possibili alleanze di Italia Viva con le forze politiche circostanti, Renzi si mostra sicuro: «Accordo con Di Maio e Sala? Fantapolitica». Si mostra lontano dall’idea di un patto con Di Maio, collocandosi esattamente su una linea opposta a quella dell’ex pentastellato.
Mentre sul primo cittadino di Milano, Renzi si mostra più clemente: «Sta nel centrosinistra. Vedremo se darà una mano alla politica nazionale. Per ora lasciamogli fare il sindaco». Le parole su Carlo Calenda, suo ex sodale nel Pd, non sono altrettanto gentili: «Calenda difficilmente azzecca le scelte politiche. Non è cattivo, Carlo: quando è tranquillo è un piacere parlarci. Quando invece si lancia in previsioni alla divino Otelma non ne azzecca una».
E sul futuro: «Saremo decisivi da qui al 2028»
Il proposito di Italia Viva, dice il leader, è quello di fare una scommessa contro il populismo e il sovranismo: «Se saremo soli punteremo al 5%. E saremo decisivi anche nella prossima legislatura. Se ci saranno altri, vedremo. Ma noi intanto partiamo».
E sul suo futuro personale, Matteo Renzi insiste: «Chi vuole che cambi mestiere sogna di non avermi tra i piedi perché sa che facciamo la differenza. Si mettano il cuore in pace: ho fatto politica in questa legislatura e la farò anche nella prossima. È vero: sto antipatico all’80% degli italiani, ma c’è un 20% che mi stima e mi vuole bene. Se riusciamo a prendere una piccola parte di questo 20% saremo decisivi da qui al 2028», chiude, infine, il leader di Italia Viva.