Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti non ha intenzione di esagerare. La moderazione, la cautela e la prudenza sono caratteristiche che l’economia del Paese deve mantenere, per evitare che gli sforzi compiuti finora si rivelino vani. In questo senso, il ministro del Tesoro si è mostrato aperto alla possibilità che il Pil del 2024 si riveli più alto di quanto preventivato, ma allo stesso tempo preferisce non azzardare sul piano del Concordato preventivo fiscale, il cui gettito non è ancora stato chiarito.
Una posizione piuttosto chiara è stata invece assunta sul tema del Pil richiesto dalla Nato per le spese militari. Il ministro ritiene che “nonostante gli ingenti stanziamenti assegnati, l’obiettivo del 2% del Pil risulti molto ambizioso e non del tutto compatibile sotto il profilo in particolare delle coperture con il quadro vigente della governance europea“. In questo senso, quindi, Giorgetti ha chiarito, in audizione sulla manovra alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, che la Legge di bilancio italiana prevede che il nostro Paese raggiunga la percentuale dell’1,57 nel 2025, dell’1,58 nel 2026 e dell’1,61 nel 2027.
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Giorgetti ha poi aggiunto che è previsto un potenziamento degli investimenti nel settore della difesa, per un valore complessivo di 35 miliardi nel periodo 2025-2039, che si aggiungerà permanentemente al finanziamento delle missioni internazionali di pace. In generale, Giorgetti ha voluto sottolineare che l’attualità non permette che “gli sforzi nazionali siano sufficienti a garantire che le prospettive evolvano nelle direzioni auspicate“, per cui sono necessarie misure sistemi che “affrontino gli effetti del rallentamento della globalizzazione” tipico del post-Covid.
Giorgetti: “Il Pil dovrebbe tornare in espansione a fine anno“
Tornando al discorso riguardante il Pil italiano, Giorgetti ha spiegato che gli auspici su un rialzo del valore sono dovuti a “stime incoraggianti” che si collegano al fatto che “nel corso degli ultimi anni il sistema economico italiano ha mostrato una tenuta superiore alle previsioni di molti“. Il ministro ha poi sottolineato che, essendo stato registrato un incremento dell’occupazione, allora non bisognerebbe rimanere stupiti se effettivamente “si verifichino revisioni al rialzo delle stime preliminari del Pil 2024“.
Questo però non sarebbe l’unico fattore di cui l’Italia dovrebbe andare fiera. Secondo Giorgetti infatti “la credibilità del governo e la prudenza della gestione delle finanze pubbliche” avrebbero contribuito alla recente revisione al rialzo degli outlook per il nostro Paese da parte di ben due agenzie di rating, oltre al dimezzamento dello Spread rispetto a due anni fa. Anche per questi motivi, spiega il ministro del Tesoro, “le previsioni di finanza pubblica sottostanti la manovra sono improntate alla massima prudenza e risultano compatibili con l’andamento fin qui osservato“.
Inoltre, Giorgetti ha sottolineato che proprio la gestione prudente e responsabile della finanza pubblica avrebbe permesso di individuare spazi utili per confermare o anche rafforzare i principali interventi di sostegno ai redditi di lavoro dipendente medio-bassi che erano già stati adottati nelle precedenti manovre.
Giorgetti: “Salirà la spesa per la sanità pubblica“
Il ministro dell’Economia ha poi voluto ricordare che nella Legge di bilancio attuale sono previste “ulteriori risorse per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale che si aggiungono a quelle già assegnate dalla legislazione vigente“, per cui complessivamente il livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale passerà dai 136,5 miliardi del 2025 ai 141,3 miliardi del 2027. Secondo Giorgetti queste cifre dimostrerebbero anche un incremento medio annuo nel periodo dal 2025 al 2027 che è superiore al tasso di crescita programmato nel Piano Strutturale di Bilancio.
In questo campo, il ministro ha anche deciso di lasciarsi andare ad una stima, sostenendo che, proprio grazie all’effetto che avranno i nuovi stanziamenti previsti in Manovra, nei prossimi anni sarà possibile che il finanziamento della spesa sanitaria assuma un andamento pari a quello “dell’inflazione misurata in termini di Ipca“, ovvero potrà essere pari all’1,9% nel periodo 2025-2027.
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