Giorgetti sulla Rai: “Privatizzare? Prima capire cos’è servizio pubblico”

Il ministro del Mef ha sostenuto che nel caso in cui la Rai operasse solamente nel servizio pubblico, allora in quanto tale non potrebbe essere privatizzata

Redazione
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Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti non ha escluso del tutto la possibilità di una privatizzazione della Rai, ma ha sostenuto che affinché un processo del genere venga avviato debba esserci una certezza sul significato di “servizio pubblico“. Il ministro ha infatti chiarito che prima di procedere è necessario “chiedersi cosa fa la Rai“, ovvero comprendere cosa sia elencato nel contratto di servizio, “stilato da chi ha la responsabilità di stabilire le funzioni pubbliche della Rai“, perché lì “è scritto il confine dell’azione della società e quindi eventuali possibilità di privatizzazioni“.

In sostanza il ministro del Mef ha sostenuto che nel caso in cui la Rai operasse solamente nel servizio pubblico, allora in quanto tale non potrebbe essere privatizzata. Ciò potrebbe accadere solo se riuscisse a dimostrare “che la Rai fa cose che non sono di servizio pubblico“, ma “il riferimento è il concetto di servizio pubblico come definito dal testo unico“. Una possibilità, quindi, che al momento resta remota, mentre si continua a discutere delle nomine per il Consiglio d’amministrazione Rai.

La decisione è scalata al prossimo 12 settembre e Giorgetti ha voluto ricordare che il Mef “in base alla normativa ha un margine di autonomia“. Per quanto riguarda il toto nomi, il ministro ha dichiarato che Giampaolo Rossisia una persona assolutamente in grado di fare questo mestiere“, mentre per quanto riguarda il candidato presidente, il ministro ha affermato: “Non dipende solo da me, dipende dal fatto che la commissione di vigilanza deve confermare con una maggioranza qualificata la scelta del presidente, quindi la scelta ha anche altri tipi di valutazione oltre la managerialità“.

Giorgetti: “Nessuna tassazione extraprofitti, ma banche contribuiranno alla finanza

Il ministro del Mef ha poi nuovamente sottolineato come sul tavolo del ministero non sia presente alcun testo che preveda una tassazione degli extraprofitti delle banche. Si tratterebbe di voci di corridoio che rimarranno tali perché l’unica tassazione esistente è quella sui profitti. Sul ruolo delle banche, però, Giorgetti ha le idee ben chiare: “Le banche saranno chiamate, come tutti i cittadini, a contribuire alla finanza pubblica penso non ci sia nulla di strano. Certamente le banche, come le altre realtà che fanno utili, che stanno bene, saranno chiamate come tutti i cittadini a contribuire alla finanza pubblica“.

Giancarlo Giorgetti, Superbonus
Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti

Un’altra voce di corridoio che Giorgetti ha intenzione di smentire è quella riguardante l’ipotesi di un “tesorettoda 20 miliardi di euro per la prossima manovra finanziaria. Il ministro in questo caso sembra ben più infastidito, quando dichiara: “Francamente, bella storia anche quella del tesoretto! Aspettiamo quando finiranno altre liquidazioni, ci sono scadenze che sono state prorogate e poi tireremo le somme. Come ci insegniamo le Olimpiadi, non è che uno arriva a 100 metri dal traguardo e dice ho vinto, o no?“.

Il ministro ha sottolineato che è necessario “valutare l’andamento delle entrate rispetto alle previsioni e non rispetto all’anno scorso” e poi considerare che le previsione fatte dal Mefe che vengono contestate da tutte le parti, puntualmente si verificano” e che ciò significa “che le previsioni le facciamo in modo serio e responsabile“.

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