La denatalità preoccupa Giancarlo Giorgetti. Il picco negativo delle nascite per il ministro del Tesoro ha solo un significato: meno lavoratori e meno contributi per le pensioni. La decisione di una coppia italiana di non avere figli diventa una questione pubblica, trasformandosi per il ministro del Mef in un vero e proprio incubo. L’unico modo per superare questa crisi è cercare di risolvere il problema alla radice, permettendo a quei nuclei famigliari che non hanno figli ma li vorrebbero, o a quelli che hanno figli ma ne vorrebbero di più, di poter realizzare il loro sogno e insieme togliere un timore dalla mente di Giorgetti.
Quindi, mentre al Ministero dell’Economia e delle Finanze si continuano a produrre simulazioni per comprendere quale sia la Legge di bilancio più adatta da presentare agli italiani, e soprattutto a Bruxelles, Giorgetti riflette sulla possibilità di tagliare le tasse alle famiglie numerose. Una decisione che sembrerebbe andare addirittura contro i dettami dello stesso ministro, da sempre il più grande sostenitore della frugalità e il guardiano del debito pubblico in aumento. Eppure, la denatalità è un problema così grave che merita uno sforzo in più affinché nelle casse dello Stato vengano trovati i fondi necessari a finanziare una sorta di “quoziente famigliare“.
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Si ipotizza che la soluzione individuata dal ministro possa avere un costo di circa 5 o 6 miliardi di euro, che influirebbero pesantemente sulla manovra 2025. All’Italia non sarà possibile superare un tetto massimo di spesa, per evitare che il debito pubblico continui a lievitare, e Giorgetti è consapevole che i finanziamenti per questo nuovo progetto dovranno essere individuati all’interno della manovra stessa.
Il piano Giorgetti per la natalità
Il ministro del Mef è giunto alla conclusione che l’unica modalità che permetterà all’Italia di avviarsi verso un percorso di miglioramento sia quella dell’eliminazione dei bonus “una tantum” o con durate variabili e l’introduzione di interventi che siano studiati approfonditamente e soprattutto gestibili nel tempo. Certezze sia per lo Stato che per la popolazione, che eviterebbero strappo improvvisi troppo dolorosi a livello economico e garantiranno una sicurezza economica meno traballante alle famiglie italiane.
L’idea di Giorgetti, inizialmente, aveva preso in considerazione una riforma dell’assegno unico, dal valore di 20 miliardi, che sarebbe stato rimodulato in un’ottica più adatta alle problematiche delle famiglie di oggi. Una soluzione che alla fine è sembrata poco adatta e che il ministro ha dovuto scartare, nell’ottica di procedere con un sostegno alle famiglie tramite detrazioni fiscali. Il progetto sarebbe quello di alzare fino al 19% i tetti che vincolano alcune detrazioni fiscali delle famiglie legate alle spese da loro sostenute. Così crollerebbe l’importo delle tasse dei nuclei famigliari, che potrebbero vivere più agiatamente e magari convincersi ad avere più figli.
Il nodo centrale risiede nell’individuazione delle risorse necessarie per permettere la detrazione fiscale proposta da Giorgetti. Molte altre proposte precedenti, come quella del leghista Bitonci, che avrebbe voluto detrazioni fino a 10mila euro per ogni nuovo nato fino ai 18 anni di età, o quella del viceministro Leo, che ha ipotizzato un bonus dai 2mila ai 4mila euro per ogni figlio in più, sono state duramente bocciate proprio per una questione di finanziamenti introvabili.
Giorgetti e il rebus economico per finanziare la natalità
Davanti ad una manovra che toccherà i 25 miliardi, davanti all’obbligo posto dalla stessa Giorgia Meloni sul taglio del cuneo fiscale, davanti ai costi ingenti di ministeri che devono trovare costi da tagliare, Giorgetti riflette su dove individuare gli importi necessari per finanziare la sua bozza di “quoziente familiare“. Un piano complesso, su cui il ministro starebbe lavorando, nell’ottica di non voler abbandonare il suo progetto.
Secondo Giorgetti, i fondi per la detrazione fiscale alle famiglie con figli potrebbero essere individuati tra i 625 bonus fiscali già esistenti che costano alle casse dello Stato circa 105 miliardi. L’obiettivo del ministero è dunque quello di individuare i bonus non più necessari ed eliminarli del tutto così da liberare parte dei fondi statali. Un piano ambizioso che potrebbe trasformarsi in un nulla di fatto, a causa delle pressioni di Bruxelles e soprattutto della condizione dell’economia italiana. Giorgetti continua a riflettere, nella consapevolezza che ad oggi non è più possibile tassare allo stesso modo le famiglie con figli e quelle senza.
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