Tra i Dem si allarga il fronte di chi è contrario alle “porte girevoli”, dopo l’ingresso dell’ex M5s: “Si faccia cinque anni di Festa dell’Unità, poi ne parliamo”
“Come è possibile che Giarrusso, appena arrivato, abbia gli stessi diritti politici nel Pd di chi è dentro da quindici anni?”. A porsi la domanda che tutti hanno in mente è Paola De Micheli, uno dei quattro candidati alla segreteria nazionale del Partito Democratico.
L’ingresso nel Pd dell’Europarlamentare Dino Giarrusso tra i Dem scuote ancora la base, impegnata in questi giorni ad affrontare il cammino che porterà alla scelta del successore di Enrico Letta. “Se immagino – spiega la De Micheli – che chi entra ora, dopo le cose che ha detto Giarrusso su di noi, ha gli stessi diritti di un militante da 15 anni, è ovvio che c’è una reazione rabbiosa. Oggi ci scandalizziamo di Giarrusso, ma nei territori stanno entrando persone che fino a 6 mesi fa erano in liste contro di noi”.
Le proposte per entrare
Per la De Micheli per chi decide di entrare nel partito è necessario un percorso. Opinione in linea con quella di Simona Lembi, coordinatrice della mozione Cuperlo a Bologna, che dichiara ironica: “Propongo per Giarrusso 3 anni di riabilitazione nelle feste de l’Unita, come cameriere. Un conto è la disponibilità delle persone ad iscriversi, un conto è l’agibilità politica: vale per tutti, Giarrusso compreso”. Critico anche Dario Nardella, sindaco di Firenze: “Chiunque voglia entrare nel Pd lo deve fare con grande umiltà e quindi deve anche fare ammenda di tutti gli attacchi, le cattiverie fatte nei confronti del Pd, altrimenti sarebbe palesemente incoerente”.