Lo scontro tra magistratura politica sul caso migranti sembrerebbe assumere quotidianamente sfaccettature diverse, che si espandono in campi diversi e che potrebbero essere il sintomo di una spaccatura sempre più profonda tra i due poteri. Sul caso si è espresso oggi il capogruppo al Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri che, in una intervista a Il Tempo, avrebbe commentato le intercettazioni di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace.
Sembrerebbe che questo abbia avuto il supporto di Emilio Sirianni, un esponente di Magistratura democratica, per uscire dall’indagine sullo scandalo dei migranti. “Dopo aver letto il vostro giornale, ho invidiato i cittadini della Corea del Nord. Non credo che, nemmeno da loro, vi sia una magistratura paragonabile a quella italiana”, ha infatti commentato Gasparri, sottolineando che il fondatore del suo partito, Silvio Berlusconi, avrebbe avuto ragione quando in passato avrebbe parlato di “toghe rosse“.
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Gasparri sul caso Lucano
Il capogruppo forzista avrebbe sostenuto di non essere a conoscenza delle intercettazioni, riportate in esclusiva dal giornale di Piazza Colonna, sostenendo però di credere che queste fossero invece “ben note al Consiglio superiore di magistratura“. Commentando il presunto ruolo di Sirianni nel caso Riace, Gasparri avrebbe dichiarato che questo “apparirebbe e si porrebbe come un consulente, un sodale politico, che consiglia mosse e contromosse. E interpretazioni politiche della legge“.
L’esponente azzurro avrebbe dichiarato che questa potrebbe essere un’altra prova del fatto che “Magistratura Democratica sia, a tutti gli effetti, un soggetto politico, a supporto dei loro amici e dei loro obiettivi politici”. Inoltre, Gasparri avrebbe raccontato di aver trovato di cattivo gusto “le offese a Nicola Gratteri, in particolar modo sul tema della liberalizzazione della cannabis”, che sarebbe dal suo punto di vista un tema politico.
Il forzista ha poi ricordato come Lucano sia stato condannato, anche se con pena ridotta, e che ora “grazie alla pubblicità della vicenda Riace, è stato eletto in Parlamento Europeo, insieme ad Ilaria Salis“, definendo il fatto come “sconcertante”. Gasparri avrebbe poi confessato di aver “sempre avuto una pessima opinione di Magistratura Democratica“, ma di essere comunque rimasto sorpreso delle intercettazioni.
Gasparri: “Non c’è guerra tra magistratura e politica, ma aggressione”
Per Gasparri quella che si sta verificando tra magistratura e politica non può essere considerata una guerra, ma “un’aggressione che la magistratura sta portando avanti nei confronti della politica e della democrazia stessa“. In questo senso, quindi, il politico azzurro avrebbe dichiarato di non “aver paura a definirla un’azione eversiva“. Inoltre il capogruppo avrebbe chiarito di non essere in alcun modo in conflitto con i magistrati “che fanno politica“, ma di avere problemi con “quelli, secondo alcuni il 90% dei togati, che non la fanno, ma stanno zitti“, perché dal suo punto di vista ad oggi “restare in silenzio oggi non è più possibile”.
Sul caso Albania Gasparri ha dichiarato che “è evidente che queste sentenze abbiano una connotazione politica” e avrebbe quindi portato l’esempio del giudice di Bologna che ha scritto che “con questo Dl sarebbe sicura anche la Germania nazista”, ribadendo che “in sostanza, c’è una vera e propria offensiva politica ed io non ho intenzione di restare in silenzio. Nelle prossime ore prenderò la parola in Aula e leggerò le pagine del Tempo”.
Incalzato sulla definizione di “toghe rosse” da parte di Silvio Berlusconi, Gasparri ha commentato spiegando che il Cavaliere “ci ha lasciati un anno e mezzo fa. E l’emergenza relativa alla magistratura è oggi molto più grave di allora”. Maurizio Gasparri avrebbe quindi affermato: “Siamo di fronte ad un autentico stato di eversione, che tutte le persone democratiche devono combattere“. L’esponente di Forza Italia ha concluso affermando che “più che la separazione delle carriere, dovremmo pensare alla rifondazione delle carriere. Non mi faccia dire altro”.
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