G7, scompare riferimento all’aborto dalla dichiarazione finale: l’Italia sotto accusa

Oggi è iniziato il G7 italiano, un evento di grande rilevanza internazionale che vedrà i leader delle sette principali potenze mondiali riuniti nella pittoresca località di Borgo Egnazia, in Puglia, fino al 15 giugno. Il summit si concentrerà su una serie di temi cruciali delineati dall'agenda italiana, ma ancor prima di iniziare, è già stata sollevata una controversia diplomatica riguardante il delicato tema dell'aborto

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Fonti europee hanno rivelato ieri sera che la bozza della dichiarazione finale del vertice G7 non contiene più un riferimento esplicito all’interruzione volontaria di gravidanza, un punto che era stato fortemente voluto soprattutto da Francia e Canada. Le due nazioni avevano l’intenzione di riaffermare l’importanza di garantire un “accesso effettivo e sicuro all’aborto“, migliorando la posizione espressa nel documento del G7 dell’anno scorso, che parlava di “accesso legale e sicuro“.

Questa modifica ha immediatamente suscitato preoccupazioni e tensioni, dato che il tema dell’aborto è sempre molto dibattuto a livello internazionale, e soprattutto in Italia, dove il governo Meloni sembra intenzionata a far ricorso a tutti gli escamotage possibili per renderlo di difficile accesso.

Aborto: un tema incandescente

La questione assume particolare rilevanza politica in questo momento, poiché almeno due dei leader presenti al summit, Emmanuel Macron e Joe Biden, sono attualmente impegnati in campagne elettorali nei loro rispettivi Paesi. In Francia, l’aborto è stato recentemente inserito nella Costituzione, mentre negli Stati Uniti il diritto all’aborto è stato eroso dalle recenti decisioni della Corte Suprema, con l’annullamento della sentenza Roe vs Wade.

G7
La data di fine del G7 è sabato 15 giugno

La presunta volontà dell’Italia di rimuovere questo riferimento dalla dichiarazione finale ha rapidamente innescato una serie di tensioni diplomatiche. Nella serata di ieri, fonti di Palazzo Chigi hanno cercato di ridimensionare la questione, affermando che “nessuno Stato ha chiesto di eliminare il riferimento alle questioni relative all’aborto dalla bozza delle conclusioni del vertice G7“. Tuttavia, hanno anche aggiunto che “le dinamiche negoziali sono ancora in corso“. Questo suggerisce che le trattative sono tutt’altro che concluse e che il tema potrebbe essere ancora oggetto di discussione nei prossimi giorni.

Meloni rassicura: il documento finale sarà supportato da tutti i membri

Gli sherpa, i negoziatori che gestiscono concretamente le trattative tra i Paesi membri, sono arrivati in Puglia già da lunedì e continueranno il loro lavoro fino alle ultime ore di venerdì. La versione finale del documento sarà presentata sabato mattina in conferenza stampa dalla premier italiana Giorgia Meloni. Palazzo Chigi ha ribadito che “tutto quello che entrerà nel documento conclusivo sarà un punto di caduta finale frutto di un negoziato fra i membri del G7“. Questo significa che, sebbene non ci sia un veto esplicito, non è stata fornita nemmeno una chiara rassicurazione sul mantenimento del riferimento all’aborto.

Le tensioni attuali richiamano alla mente le critiche mosse l’anno scorso dal presidente canadese Justin Trudeau contro Giorgia Meloni per le sue posizioni sui diritti civili. In Italia, il dibattito sull’aborto è recentemente tornato alla ribalta quando il governo ha permesso l’ingresso delle associazioni pro vita nei consultori. Una mossa che ha alimentato ulteriori speculazioni sul fatto che fosse proprio la rappresentanza italiana a chiedere la rimozione del riferimento all’aborto dalla dichiarazione finale del G7. Speculazioni sono ulteriormente complicate dalla presenza del Papa al vertice di quest’anno.

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