Questa mattina è stato inaugurato l’evento più atteso e chiacchierato di questo 2024, il G7 Cultura, presieduto a Napoli presso Palazzo Reale. Il discorso di apertura nonché debutto del neo Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha tracciato le questioni sul tavolo della ministeriale. Le sue parole sono state incisive, chiare e dirette. Ha posto l’attenzione sul posizionamento e il rilievo che si vorrà dare alla cultura italiana, sottolineando l’importanza della difesa delle identità nazionali e il dialogo tra Nazioni per trovare soluzioni concrete a questioni in cui solo la cultura può giungere.
“La democrazia, lo stato di diritto, il rispetto della libertà di espressione e del pluralismo” sono i temi caldi che le istituzioni culturali si trovano ad affrontare per condividere soluzioni di spessore. Il ministro Giuli suggerisce di partire dai valori e dai principi che uniscono ogni nazione e che si trovano alla base di esse. “La cultura è l’anima di una nazione, incarna la sua identità, storia, i valori della sua comunità. E’ uno dei beni più preziosi che un popolo abbia ed è un imperativo proteggerla dalle minacce del nostro tempo“.
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La lotta al traffico illecito di beni
Di conseguenza, il neo ministro Giuli ha rimarcato il peso della lotta al traffico illecito di beni che “stupra il patrimonio culturale di ogni Nazione“. Ha definito la cultura come un bene pubblico essenziale delle società, come un valore, un linguaggio universale, che riesce a parlare e a raggiungere il cuore di chiunque, contribuendo al dialogo tra i popoli. “Viviamo un’epoca segnata dalle lacerazioni sociali, dall’odio fondamentalista, da conflitti militari che pensavano essere memoria del passato“, per questo la cultura deve essere un elemento di cui prendersi cura e da far fiorire per facilitare un benessere collettivo.
La cultura, “un formidabile volano”
Nel corso della presentazione, Alessandro Giuli ha tenuto, inoltre, a far emergere il modo in cui “l’Italia crede che, soprattutto in questa epoca, la cultura sia un pilastro centrale della convivenza civile, un formidabile strumento di comprensione reciproca e di confronto, un antidoto a ogni forma di discriminazione ed estremismo“, paragonandola ad un “formidabile volano” in grado di agevolare uno sviluppo sostenibile. Motivo per cui la Presidenza italiana abbia voluto ospitare il G7 Cultura, dopo ben sette anni dalla prima ed unica edizione, quella di Firenze nel 2017.
“Non dobbiamo fallire questa sfida“, un’espressione incalzante ed incisiva che stimola e pone l’accento sull’importanza di comprendere quanto cittadini, imprese culturali, artisti e operatori della cultura, abbiano bisogno e necessitino di azioni concrete. Una “agenda ambiziosa“, riconosce Giuli, quella portata in riunione al G7 Cultura. Ma sicuramente imprescindibile per poter sollevare situazioni e temi da sanare così da costruire sistemi culturali solidi e validi.
La sfida dell’AI
Le mani in mano non ci sarà tempo di averle, sono tante le iniziative, quanto le sfide, che non si esauriscono. Difatti, il ministro ha delineato anche la trasformazione storica che si sta verificando ed evolvendo sotto gli occhi di tutti. “Le applicazioni dell’intelligenza artificiale aprono nuovi orizzonti e producono benefici indiscutibili per il sistema culturale. Grazie a loro, è infinitamente più agevole decifrare il contenuto di testi antichi. O svolgere ricerche investigative su opere d’arte rubate e commercializzate online“, ha notato Giuli.
Giustamente, non è mancata l’analisi dell’altra faccia della medaglia, “E’ indubbio che l’utilizzo senza regole dell’intelligenza artificiale pone seri interrogativi di natura etica e produce impatti devastanti sul piano economico e sociale“. Per questo motivo il G7 sarà di fondamentale importanza per convergere “sugli strumenti e le modalità più opportune per governare gli effetti dell’intelligenza artificiale sulle industrie culturali e creative“. Il ministro Giuli desidera e crede che il processo di sviluppo di questa tecnologia debba essere di supporto e “mettere al centro l’individuo, i suoi diritti, la sua creatività“.
G7 al fianco dell’Ucraina
Se il G7 Cultura deve essere sede di confronto e la cultura uno strumento di comprensione dell’importanza del dialogo e del sostegno, non poteva non essere dichiarata la vicinanza all’Ucraina. Giuli fa notare come si stia “difendendo da oltre due anni da una aggressione, quella della Russia di Putin, scellerata e criminale, che viola i principi del diritto internazionale e riporta in Europa l’orrore del conflitto militare“. Purtroppo, si rilegge nel conflitto “un tentativo di cancellare l’identità culturale ucraina, di annientare i segni di una Nazione“, continua il ministro sottolineando il coraggio e la determinazione dell’Ucraina di voler scegliere autonomamente il proprio futuro.
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