La rosa delle nomine dei commissari europei è completa ed ora spetta ad Ursula Von der Leyen ricostruire il complesso puzzle del Parlamento europeo, cercando di costruire la Commissione più potente ed equa possibile. Un compito non semplice, viste anche le pretese dei singoli Paesi, che vorrebbero tutti ruoli di importanza e di garanzia a Bruxelles. L’Italia, ovviamente, non si tira indietro e punta a portafogli e ruoli prestigiosi, quali una vicepresidenza della Commissione e possibilmente un portafogli in ambito economico.
Raffaele Fitto è il nome che il governo italiano ha deciso di presentare a Von der Leyen, consapevole del curriculum impeccabile da esso incarnato e dell’ottima predisposizione che Bruxelles ha nei suoi confronti. L’attuale ministro degli Affari europei con delega al Pnrr dovrà quindi lasciare l’Italia nella speranza di ricoprire un ruolo efficace all’interno della Commissione. Un nome italiano che gestisca un portafogli economico, infatti, potrebbe aiutare l’Italia a raggiungere i suoi obiettivi in termini di manovra finanziaria e allo stesso tempo potrebbe rendere meno dura l’Ue nei confronti del debito pubblico italiano.
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Giorgia Meloni, Giancarlo Giorgetti e Raffaele Fitto lo sanno bene, come sanno bene che sarà complesso convincere Bruxelles a cedere su questi ruoli. Per quanto riguarda la vicepresidenza esecutiva, infatti, Von der Leyen dovrà convincere Francia e Germania, che nutrono una certa sfiducia nei confronti di Giorgia Meloni sia perché ha votato contro la conferma di Von der Leyen sia perché è leader di un gruppo europeo che non fa parte della maggioranza che sostiene l’attuale presidente della Commissione.
Le possibilità di Raffaele Fitto a Bruxelles
Ursula Von der Leyen ha a disposizione diverse settimane per trovare una soluzione alle varie problematiche che si stanno sviluppando a Bruxelles. Innanzitutto le 10 donne commissario rispetto ai 16 uomini sono un problema non di poco conto per la presidente, che aveva promesso una commissione equa sotto ogni punto di vista, compreso quello di genere. L’unica soluzione, quindi, sarà quella di chiedere ad alcuni Paesi di sostituire il loro candidato uomo con una donna, ovviamente solo quando il primo candidato non si dimostrerà all’altezza del ruolo di commissario.
Sembrerebbe che questa sia una possibilità che non concerne il nostro Paese, in quanto Fitto sarebbe ritenuto un nome più che adatto al ruolo che potrebbe rivestire. Proprio qui, però, si gioca il fulcro della questione. Quali sono i ruoli per cui Fitto sarebbe stato preso in considerazione? Secondo fonti vicine a Bruxelles, sembrerebbe che il nome italiano possa essere scelto per il portafogli della politica di coesione, con le due direzioni generali Regio e Reform, più la supervisione del Pnrr con la task force Recover, guidata da Celine Gauer, e la parte della Dg Ecfin che segue Next Generation Eu.
L’indiscrezione di Die Welt
Il quotidiano tedesco Die Welt racconta però una storia leggermente diversa, grazie ad una indiscrezione proveniente da diplomatici europei e fonti informate all’interno della Commissione, che sosterrebbero che a Raffaele Fitto possa essere stata garantita la vicepresidenza esecutiva con delega all’economia. Il sogno del governo Meloni, così potrebbe avvelarsi, anche se per il momento la notizia non ha alcuna base di certezza.
Inoltre, secondo la testata tedesca, sembrerebbe che al commissario europeo per il digitale e candidato francese Thierry Breton sarà affidata la vicepresidente esecutiva con delega all’Industria e all’Autonomia strategica. Al lettone Valdis Dombrovskis spetterà la delega all’Allargamento e Ricostruzione dell’Ucraina, mentre alla spagnola Teresa Ribera Rodriguez verrà affidata la Transizione.
Infine, per rispettare la volontà della presidente Von der Leyen di voler fare della deregolamentazione uno dei temi principali del suo mandato, sembrerebbe che il Il commissario slovacco Maros Sefcovic sarà responsabile della riduzione della burocrazia e delle questioni inter istituzionali, mentre il polacco Piotr Serafin si occuperà delle questioni di bilancio.
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