L’appoggio per Raffaele Fitto come prossimo vicepresidente della Commissione europea si fa sempre più forte. A sostenere la sua candidatura, oltre al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, giungono anche due figure di spicco della politica italiana ed europea: gli ex presidenti del Consiglio Romano Prodi e Mario Monti. Entrambi, con ruoli di rilievo nelle istituzioni europee, rispettivamente come presidente del governo dell’Unione Europea e commissario europeo per il mercato interno, hanno deciso di esprimere il loro sostegno a Fitto con una nota congiunta. Questo endorsement arriva in un momento cruciale, in cui la scelta del ministro delle Politiche di Coesione e del Pnrr come vicepresidente della Commissione von der Leyen sta suscitando resistenze, in particolare da parte dei Socialisti europei.
La nomina di Fitto
La settimana scorsa, infatti, la decisione di Ursula von der Leyen di nominare Fitto è stata fortemente criticata da alcuni esponenti del Partito Socialista Europeo, che hanno sollevato preoccupazioni riguardo all’appartenenza di Fitto alla famiglia dei Conservatori, un’area politica distante dalle tradizionali posizioni progressiste dei Socialisti. Nonostante queste obiezioni, Prodi e Monti hanno voluto esprimere il proprio sostegno, considerando la sua nomina come un passo positivo per il futuro dell’Unione Europea.
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In un contesto che vede l’Unione Europea impegnata a fronteggiare sfide globali complesse, sia sul fronte orientale che occidentale, i due ex premier italiani ritengono che la politica europea debba essere basata su un “dibattito tra le forze politiche” che aiuti a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle importanti decisioni da prendere. Prodi e Monti sottolineano come il voto del Parlamento europeo sui candidati commissari debba essere parte di un processo democratico serio e rigoroso, poiché solo in questo modo si può aumentare la consapevolezza dei cittadini sui temi cruciali per il futuro dell’Europa.
Tuttavia, entrambi avvertono che il dibattito politico non deve trasformarsi in una battaglia di partito, scaricando su Bruxelles le rivalità interne tra le forze politiche italiane. “Quando la politica europea diventa un campo di scontro per risolvere regolamenti di conti interni, perde credibilità sia la politica che l’Europa stessa”, affermano. In questo scenario, il loro appello è affinché le tensioni interne non prevalgano sulle necessità di un’Europa più unita e più forte. La presenza di candidati qualificati come Raffaele Fitto e Teresa Ribera, altra candidata sostenuta dai due ex premier, dovrebbe superare le divisioni tra i gruppi europei, come i Popolari e i Socialisti, evitando di scivolare in un conflitto che rischierebbe di compromettere il funzionamento della Commissione e le dinamiche interistituzionali.
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