G7 Cultura, Giuli festeggia il traguardo: “Summit un successo, Italia è al centro”

Giuli si distanzia dalle vicende dell'ex ministro Sangiuliano e assicura che le delegazioni internazionali del G7 non si sono sentite in imbarazzo a causa di queste, perché "il mondo ci guarda con grandissimo rispetto, con attenzione prepolitica del tutto indifferente al gossip"

Redazione
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È giunto al termine il G7 della Cultura, tenutosi a Napoli dal 19 al 21 settembre, portando alla fine, di fatto, dell’era di Gennaro Sangiuliano alla guida del Ministero della Cultura e rendendo ufficiale l’insediamento del nuovo ministro Alessandro Giuli.

Durante il discorso in conferenza stampa nella giornata di chiusura del summit partenopeo, il nuovo ministro della Cultura ha voluto ringraziare il suo predecessore e ha parlato dei propositi che intende portare avanti durante il suo mandato.

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli, G7 a Pompei
Il ministro della Cultura Alessandro Giuli

Le parole di Giuli

“Ringrazio l’ex ministro Sangiuliano che ha concepito, ideato, voluto e creato le premesse di questo G7 di successo” ha dichiarato il nuovo ministro della Cultura, sottolineando che “è un lavoro iniziato non solo dal ministro Sangiuliano ma da un gruppo e da me, anche se mi sono da poco insediato”.

Ha poi chiarito il suo percorso futuro in questo nuovo ruolo che ricopre, parlando delle mostre, che Sangiuliano voleva utilizzare per sterzare la narrazione culturale del paese: “Non saranno mai mie, nascono dalle idee che saranno portate dai direttori dei musei, è sbagliato pensare che siano il capriccio di un ministro”. “Non è in discussione ciò è che è stato già incardinato”, ha dichiarato, e comunque, “le mostre erano state previste non da Sangiuliano ma dal ministero della cultura con lo straordinario apporto delle Fondazioni”.

Ovviamente ha chiarito di sentirsi estraneo dalle vicende che hanno travolto il suo predecessore e ha assicurato che queste non hanno messo in imbarazzo le delegazioni internazionali arrivate a Napoli per il G7: “Il mondo ci guarda con grandissimo rispetto, con attenzione prepolitica del tutto indifferente al gossip”.

Si è meravigliato del successo avuto dal summit, confessando di non aspettarsi “tanti incoraggiamenti e in bocca al lupo ma non tanto a livello personale, mai come oggi l’Italia è al centro“. Ha poi sottolineato che quando si parla di cultura il nostro paese parte avvantaggiato rispetto al resto del mondo.

È stata sua l’idea di invitare il ministro ucraino Mykola Tochytsky a prendere parte all’evento come ospite d’onore e è riuscito a ottenere la dichiarazione dei ministri del gruppo dei 7 – Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Gran Bretagna, USA – per condannare l’aggressione su vasta scala della Russia contro l’Ucraina.

Durante il G7 Giuli ha inoltre parlato degli obiettivi del Piano Mattei per l’Africa di costruire nuove forme di cooperazione basate sulle esigenze effettive delle nazioni africane e ispirate al rispetto delle loro sensibilità e dei loro interessi, distanziandosi dall’approccio predatorio che ha caratterizzato l’epoca della colonizzazione e quello paternalistico che spesso abbiamo visto negli ultimi sessant’anni”.

La cultura è quindi uno dei punti in cui si interverrà con il Piano italiano, perché ci si deve rendere conto che il continente africano è pieno di risorse culturali straordinarie, che l’Italia deve aiutare a valorizzare. “Vogliamo collaborare con i governi africani perché siano preservate, valorizzate, sviluppate, celebrate” ha dichiarato il ministro. Ha quindi portato gli esempi della Tunisia e dell’Eritrea, che hanno siti archeologici di valore straordinario, che se valorizzati come si deve, potrebbero rappresentare per quei paesi quello che rappresenta oggi Pompei per l’Italia. E ha fatto anche l’esempio della Nigeria, che è “una grande potenza culturale mondiale”.

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