Femminicidi, parte la richiesta al governo: “Serve intervento soprattutto dello Stato”

In Italia è critica la situazione dei femminicidi, e dopo l'ultimo avvenuto ieri a Roma, i politici spronano il governo a intervenire

Redazione
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Ieri pomeriggio a Roma è avvenuto l’ennesimo caso di femminicidio in Italia: una donna sulla cinquantina è stata freddata dall’ex marito, in mezzo alla strada, in pieno giorno, dopo essere uscita da lavoro. I politici affrontano la questione, che mai come adesso appare così grave e critica. C’è una grande richiesta al governo di occuparsi urgentemente della questione.

Femminicidi, le parole della Schlein

La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha parlato delle decine di femminicidi che quest’anno si sono verificati in Italia e ha offerto una piena collaborazione al governo contro la violenza di genere. “Non so quanti altri nomi dobbiamo leggere prima di mettere veramente mano a questo tema”, ha detto. Schlein, dopo aver letto tutti i nomi delle vittime di femminicidio di quest’anno in Italia, ha chiesto di tornare ogni giorno su questo argomento “soprattutto visto il volto oscurantista della destra. Dobbiamo mostrare quanto siamo alternativi a Giorgia Meloni e al suo governo”.

Elly Schlein, femminicidi
Elly Schlein, femminicidi

Alla segretaria del Pd ha risposto la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella: “Se dovessimo ogni giorno smentire le falsità dell’opposizione non ci sarebbe tempo per fare altro. Ma sul tema della violenza contro le donne non è possibile tollerare né strumentali bugie né ricostruzioni fasulle come quelle offerte oggi dalla segretaria del Pd“. Infatti la ministra dice che la verità è che il governo di Giorgia Meloni, contrariamente ai precedenti governi di sinistra, ha agito per contrastare la violenza di genere con finanziamenti, leggi e iniziative di sensibilizzazione.

Dice che le domande che pone Schlein dovrebbero essere rivolte al suo stesso partito che non votò il “codice rosso”, la precedente legge contro la violenza, e recentemente non ha votato la direttiva europea sull’argomento. La ministra continua dicendo che con il voto del Pd sulla legge che ha rafforzato le misure di prevenzione e introdotto novità si erano illusi che il partito avesse cambiato rotta, quando invece sembra che oggi non sia così. “Sembra che di nuovo la logica di parte prevalga, per il Pd, sulla verità e sulla necessità di essere uniti contro femminicidi e violenza contro le donne. Ma strumentalizzare questo tema per fare propaganda politica non è accettabile dice la ministra.

Femminicidi, le parlamentari del Pd

Le parlamentari del PD, Cecilia D’Elia, capogruppo in commissione istruzione del Senato, vicepresidente della commissione bicamerale femminicidio e violenza, la capogruppo
nella stessa commissione Sara Ferrari e la capogruppo in commissione istruzione della Camera Irene Manzi, chiedono al governo di far partire i lavori sull’educazione alla parità e all’affettività. Questo perché la discussione sulle proposte di legge, depositate da tempo, vengono frenate sempre dalla destra.

Le parlamentari dicono che “dobbiamo ingranare la marcia sulla prevenzione attraverso la cultura del rispetto delle differenze, che non possono diventare disuguaglianze o discriminazioni e la lotta agli stereotipi. Il governo deve garantire la massima diffusione della formazione delle operatrici e degli operatori, anche della giustizia e alla quale, insieme alle altre opposizioni abbiamo scelto di destinare tutte le risorse a disposizione degli emendamenti in Aula sul bilancio 2024″.

Femminicidi, M5s

La senatrice M5s in commissione Antidiscriminazioni Sabrina Licheri sottolinea quanto sia “drammatica e intollerabile” la situazione dei femminicidi in Italia, quindi spinge il governo a intervenire subito. “Dopo la morte di Giulia Cecchettin i casi di femminicidi non sono diminuiti ma, al contrario, continuano tragicamente a ripetersi, con una media di un omicidio ogni due giorni sottolinea. Riporta che nel 93% dei casi gli autori sono familiari e quindi è da questo dato che si deve partire. Bisogna educare gli uomini facendo prevenzione e formazione tra i vari attori che si occupano del tema: dalle forze dell’ordine agli educatori. Le donne non possono farcela da sole, serve l’aiuto di tutti e soprattutto dello Stato”.

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