Nell’agosto 2023, l’ipotesi della tassa sugli extraprofitti prese forma in un consiglio dei ministri: riguardava le banche e avrebbe dovuto portare due miliardi nelle casse dello Stato. In queste ore, il governo sarebbe tornato a riflettere su un intervento che potrebbe riguardare anche realtà come le assicurazioni.
Nella maggioranza, Forza Italia ha messo un muro tra se e la riforma. Dagli ambienti di governo si smentisce: “Sono prive di ogni fondamento le ricostruzioni giornalistiche secondo le quali sarebbe attualmente allo studio una norma sugli extraprofitti in alcuni settori dell’economia“.
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Extraprofitti: il muro di Forza Italia
Forza Italia ha subito alzato il muro: si tratta di “notizie false su tasse che non ci saranno mai”, ha tagliato corto il capogruppo di Fi al Senato, Maurizio Gasparri. Lo fece anche il mondo finanziario. La presidente di Fininvest, Marina Berlusconi, espresse “grandi perplessità“. Nei giorni scorsi, i toni sono stati simili. “Non ci posso fare niente – ha commentato Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, gruppo Fininvest – parlare di tasse non piace a nessuno, ma non è certo questa la mia preoccupazione“.
Fra le opposizioni, l’ipotesi trova aperture. Il M5s spinge: Fratelli d’Italia “ha aumentato le tasse su pannolini e assorbenti – ha scritto il presidente Giuseppe Conte – ma non ha tassato gli extraprofitti delle banche“. Il Pd è meno entusiasta, ma non boccia a prescindere un intervento del genere: “Se il governo presenterà una proposta seria, destinando le risorse al finanziamento di priorità vere come la sanità o il cuneo fiscale, noi siamo pronti a discuterne – ha detto il senatore e responsabile Economia del Pd, Antonio Misiani – L’anno scorso annunciarono in pompa magna la tassa sugli extraprofitti delle banche, salvo fare rapidamente retromarcia facendo finire tutto a tarallucci e vino, con gettito zero per le casse dello Stato. Ci risparmino l’ennesima pagliacciata“.
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