A sei mesi dalle elezioni europee la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, s’interroga sul da farsi. Se il leader pentastellato Giuseppe Conte ha detto che lascerà spazio ai candidati del territorio, i dem sono ancora incerti se contrapporre nella battaglia dei capolista la segretaria del Pd a Meloni.
I dubbi di Schlein alle europee
Non è di certo una decisione facile per Schlein. Da una parte proporsi da capolista non valorizzerebbe al massimo le altre donne presenti, dall’altra, polarizzerebbe ancora di più il confronto con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Peraltro, il meccanismo delle tre preferenze va a tutelare sia gli uomini che le donne: una preferenza non altera alcun meccanismo di scelta, due preferenze rispondono alla logica dell’alternanza di genere, tre preferenze con la garanzia di una scelta per un genere diverso.
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“La mia candidatura è l’ultimo dei problemi”, aveva affermato la segretaria dem, ma al contempo dallo stesso partito c’è chi spinge per il suo volto in Europa. Sull’altro fronte il presidente del Senato, Ignazio La Russa, dichiara: “Meloni è la presidente di Fratelli d’Italia e anche Berlusconi quando era presidente di Forza Italia si candidava sempre come capolista“.
Schlein alle europee: l’opportunità della candidatura
Ad oggi non si può parlare ancora di duello aperto tra Schlein e Meloni; le due donne della politica faranno certamente i conti con l’inizio della campagna elettorale. Stefano Folli su Repubblica scrive: “Il duello in campagna elettorale non è di certo una novità in Italia, ma su questo terreno la destra è sempre pronta o almeno finge di esserlo. La sinistra viceversa, dando l’idea di essere al solito in ritardo“.
Sicuramente c’è la possibilità per Schlein di blindare il ruolo di anti Meloni all’interno delle opposizioni. Un ruolo che anche Romano Prodi gli ha riconosciuto nel corso della due giorni dei Tiburtina Studios, oltre al fatto che il Pd è primo partito dell’alternativa al governo Meloni.
Certo è che nei piani della presidente del Consiglio vi è quello di “concludere serenamente la legislatura“.
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