La premier Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il primo ministro ungherese Viktor Orban per un incontro di un’ora e mezza, alla vigilia delle cruciali nomine europee. La riunione ha evidenziato due strategie politiche diverse all’interno della nuova UE, ma anche un asse solido su temi come migrazioni e denatalità. La visita di Orban a Roma rientra nel suo tour tra Germania, Italia e Francia, prima di assumere la presidenza semestrale dell’Unione Europea dal 1 luglio.
Meloni ha dichiarato di condividere le priorità di Orban, in particolare l’inserimento della sfida demografica. Dal canto suo, Orban ha assicurato il pieno appoggio alle proposte della premier italiana in materia di migrazione, sottolineando che senza un progetto di sviluppo per l’Africa si rischia una migrazione di massa ingovernabile. La loro intesa si estende anche alla difesa e alla competitività. Tuttavia, le differenze sulla guerra in Ucraina rappresentano un punto di divergenza: Meloni è impegnata nel dialogo con il PPE per ottenere un ruolo di rilievo per l’Italia nella Commissione, mentre Orban rimane fermamente contrario al “patto partitico sui top jobs” dell’Unione.
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Meloni-Orban, nonostante tutto c’è aria di intesa
Nonostante queste differenze, tra i due leader c’è aria di intesa. Orban ha bisogno del supporto di Meloni in Europa, e viceversa. “L’Italia è uno dei nostri alleati più importanti nel raggiungimento dei nostri obiettivi nel campo della migrazione e della competitività. Grazie per la vostra ospitalità, primo ministro Giorgia Meloni!”, ha twittato il primo ministro ungherese durante l’incontro. Ha poi chiarito che le questioni di partito erano già state risolte lunedì a Bruxelles e ha ribadito l’impegno a rafforzare i partiti di destra europei, pur non appartenendo allo stesso gruppo.
Meloni ha affrontato con cautela il principale ostacolo all’ingresso di Orban nell’ECR, ovvero il conflitto ucraino, riconoscendo le differenze di posizione ma apprezzando il contributo ungherese alle decisioni dell’UE e della NATO. “Le nostre posizioni non sono sempre coincidenti, ma apprezzo la posizione ungherese in UE e NATO che consente agli alleati di assumere decisioni importanti anche quando non è d’accordo. Con Viktor abbiamo ribadito il sostegno all’indipendenza e sovranità ucraina“, ha detto la premier.
Giorgia Meloni, quindi, gioca su due piani. Da un lato, forte degli ottimi rapporti con Ursula von der Leyen e dell’appoggio di Antonio Tajani nel PPE, si prepara a dialogare con la maggioranza e lavora per ottenere il massimo per l’Italia nei top jobs. Dall’altro, continua a tessere alleanze con le altre destre europee per intensificare il pressing sui temi comuni. L’ipotesi per i conservatori è quella di un appoggio esterno a un bis della von der Leyen. In cambio, l’Italia potrebbe ottenere un “commissario di peso che sia vicepresidente”, con Raffaele Fitto in pole position.
Fitto in Ue, Meloni restia a privarsene
Fitto, che nell’esecutivo Meloni ha la delega al PNRR, è considerato una figura chiave, e la premier sarebbe restia a privarsene. Tuttavia, le bocche restano cucite sui nomi, anche se qualche indicazione trapela dal quartier generale di FdI: “Fitto in Europa? Dipenderà dalla delega”, ha commentato un esponente di spicco del partito di Meloni. Se Fitto dovesse trasferirsi a Bruxelles, si aprirebbe un’altra partita per la sua sostituzione: affidare la delega del PNRR a Forza Italia, come desiderato da alcuni dopo il buon risultato delle europee, o tenerla in casa tra la presidenza (Meloni) e qualche sottosegretario (come Alfredo Mantovano)?
Intanto, Orban continua il suo tour. In Germania, il sito del quotidiano Bild riporta un incidente che ha coinvolto due motociclette della polizia tedesca impegnate nella scorta alla sua auto blu: uno scontro con un’auto ha causato la morte di un poliziotto e il ferimento grave di un altro agente.
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