L’Emilia Romagna, l’Umbria e la Liguria si avvicinano alle elezioni Regionali e il governo sembrerebbe pronto ad aprire all’ipotesi di un Election Day, ovvero di una data unica in cui far svolgere le votazioni in tutte e tre le Regioni. Una decisione che potrebbe rendere più semplice la gestione delle elezioni, “evitando all’Italia due mesi di fibrillazioni elettorali“, come dichiarato da Forza Italia. Il Viminale avrebbe dato il suo consenso alla decisione e il centrodestra intero sembrerebbe favorevole alla proposta.
Il nodo da sciogliere, però, risiede nella volontà delle Regioni stesse. Affinché l’Election day possa avvenire, infatti, sia l’Umbria che la Liguria che l’Emilia Romagna dovranno essere favorevoli e dovranno accettare una data che sia consona per tutte e tre le realtà. Proprio qui, quindi si viene a creare un’ulteriore difficoltà: la Liguria dovrà andare alle urne entro la fine di ottobre, ovvero entro 90 giorni dalle dimissioni di Giovanni Toti. Questa sarebbe una data che potrebbe creare delle difficoltà alle altre due Regioni e potrebbe sollevarsi anche un tema di incostituzionalità.
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Per comprendere, quindi, come sbrogliare la situazione e soprattutto per capire se l’Election day sia possibile bisognerà attendere l’inizio dei lavori parlamentari. Il 30 agosto è previsto il primo vertice tra Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini ed è possibile che i tre leader della maggioranza decidano di affrontare la questione. Intanto, la Liguria continua a non avere ancora candidati certi, a causa delle indecisioni che ancora attanagliano sia il centrodestra che il centrosinistra.
Election day, i candidati delle singole Regioni
Il centrodestra sembra dunque convinto della sua scelta, come confermano le parole del portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi, che ha sostenuto come il partito azzurro sia “favorevole ad un accorpamento“, nel caso in cui le Regioni siano interessate, “come lo sono gli alleati di governo“. Il fulcro della vicenda, però, si gioca proprio in Liguria, Regione in fibrillazione da quando il presidente Giovanni Toti si è dimesso, a seguito di un’inchiesta giudiziaria aperta che lo vede ancora protagonista.
La Regione dovrà quindi affrontare un’elezione anticipata e improvvisa che ha messo in difficoltà i partiti stessi. Sia il centrodestra che il centrosinistra ancora non sono riusciti a trovare una convergenza sui nomi da presentare e la situazione non sembra possa risolversi presto. Le opposizioni, capitanate da Elly Schlein sono ancora in fase di strutturazione, visto che si sta prendendo in considerazione la possibilità di giocare in Liguria la carta del “Campo largo“. Nel caso di una coalizione, infatti, le possibilità di strappare la Regione al centrodestra si alzerebbero considerevolmente.
Come sempre, però, la situazione è piuttosto complessa. Mettere insieme partiti diversi non è mai semplice, soprattutto quando tra di essi vi sono delle ostilità. Italia Viva di Matteo Renzi non ha intenzione di mettere veti su altri partiti, ma nutre dubbi sulla formazione di un’alleanza che non si basi su un’agenda di governo precisa ed equilibrata. Al contrario, invece, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra non sono convinti che annettere anche Iv sia la scelta giusta per la coalizione, soprattutto perché nella scorsa legislazione Renzi era alleato del centrodestra proprio in Liguria.
A settembre i capi di partito dovranno incontrarsi per comprendere in che modo muoversi e poi per decidere su un nome da presentare per le prossime elezioni regionali. Nel centrodestra la situazione è meno tesa, eppure la convergenza sul candidato continua a mancare. La preoccupazione che le opposizioni riescano a vincere nella Regione, pone i capi di partito in una situazione scomoda e l’ipotesi è che la soluzione arrivi proprio con il vertice dei leader previsto per il 30 agosto. In Emilia Romagna e Umbria, invece, le carte sono già state decise.
Nella regione-roccaforte rossa, il centrosinistra ha proposto il nome di Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, in modo da proseguire con la linea dettata dall’ex presidente democratico Stefano Bonaccini, mentre il centrodestra ha optato per la civica Elena Ugolini. In Umbria, invece, Donatella Tesei correrà per il centrodestra e la sindaca di Assisi e presidente della provincia Perugia Stefania Proietti rappresenterà il centrosinistra.
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