“Nefandezza, degradante, porcheria”, queste le parole che il leghista Rossano Sasso ha usato a seguito della presentazione di un emendamento sull’educazione sessuale nelle scuole da parte del Movimento 5 Stelle. Un emendamento che avrebbe dovuto accompagnare il ddl sulla violenza di genere, come prevenzione ai fenomeni di discriminazione attraverso un’educazione affettiva e sessuale nelle scuole primarie e secondarie. Un’aggiunta che però alla maggioranza non è piaciuta e che ha fatto esplodere Sasso, infuriato anche solo dalla possibilità che le giovani menti del nostro Paese venissero corrotte da queste “nefandezze”.
L’indignazione dell’opposizione e di Forza Italia: “Non siamo a Kabul”
La prima ad intervenire, dopo i rumoreggiamenti riecheggiati nell’aula di Montecitorio a seguito dell’intervento di Sasso, è stata Stefania Asacri del Movimento 5 Stelle, ovvero la deputata che ha proposto alla Camera l’emendamento sull’educazione sessuale. “L’intervento di Rossano è inaccettabile”, così ha ribattuto, seguita da Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra, il cui intervento ha aumentato la tensione già alta: “È intollerabile che un deputato definisca un emendamento dell’opposizione una “nefandezza”.
Qui non siamo a Kabul ma nella Repubblica italiana”. Parole forti che inneggiano al bisogno di lottare per portare nelle scuole l’insegnamento del rispetto del corpo femminile e della donna perché “Non possiamo permettere che i nostri giovani paghino sulla propria pelle per ciò che le istituzioni non sono state in grado di insegnare”. Una necessità data dal numero in crescita di violenze nei confronti delle donne, ma che non sembra preoccupare Sasso e chi nella maggioranza la pensa come lui.
Perché, lo scoppio furioso di Sasso non ha scatenato indignazione solo nell’opposizione, ma anche nelle fila della maggioranza stessa. “Mi dissocio, l’intervento di Rossano è fuori luogo”, così si è espresso Ciro Maschio di Forza Italia, subito dopo l’intervento del leghista, scatenando un forte applauso nelle fila dell’opposizione. Ma anche Maschio, come altri, ha richiesto il ritiro dell’emendamento, non ritenuto adatto.
Educazione sessuale, Sasso: “Insegneranno porcherie”
L’emendamento presentato da Stefania Asacri, bocciato a seguito della votazione alla Camera, prevedeva l’inserimento nelle scuole elementari e medie di corsi sull’educazione affettiva e sessuale, mirati ad insegnare come controllare le proprie emozioni e come gestire i rapporti interpersonali, sin da bambini. Un lavoro fondamentale in un Paese che vede crescere ogni giorno i fenomeni di violenza di genere, ma che secondo i partiti della maggioranza è pericolosa.
L’intervento di Sasso ha creato indignazione, ma non ha fatto altro che dare voce a ciò che probabilmente in molti pensavano tra le fila del suo partito: “Verranno insegnate porcherie. Fino a fine magistratura noi faremo muro contro quella che definisco una nefandezza”. Un muro che serve a proteggere le innocue menti dei bambini da quei discorsi terribili sull’educazione sessuale, che potrebbero danneggiarli.
Ciò di cui non tiene conto Sasso è il pericolo a cui ogni giorno questi bambini e adolescenti sono già sottoposti. Gli stereotipi, i retaggi del passato e il pericolo dei social incontrollati rischiano di crescere una generazione che non è in grado di distinguere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, almeno per quanto riguarda i rapporti sociali uomo-donna. E qual è il posto migliore per insegnare quale sia il modo giusto di comportarsi? Proprio la scuola.
Eppure, questo posto sacro, in cui devono regnare il crocifisso e la negazione di tutto ciò che secondo alcuni non è adatto alle molli menti dei bambini, deve restare protetto dai pericoli del mondo esterno. Ed ecco dove si inseriscono le dichiarazioni di Sasso che parla di una OMS che inneggia all’ “insegnamento della masturbazione infantile e alla scoperta dei genitali, il tutto senza il consenso dei genitori”.
Una serie di vere e proprie “bufale”, come le ha immediatamente etichettate Marco Furfaro del Pd, che però spaventano la maggioranza e anche alcuni genitori. Un emendamento che avrebbe potuto allinearci agli Paesi dell’Unione Europea, dove l’educazione sessuale e affettiva è insegnata sin dai primi cicli scolastici, e che invece anche stavolta ci ha dimostrato l’arretratezza del nostro Paese e soprattutto la mancanza di volontà di cambiamento.
Come spiega Furfaro “L’unica cosa degradante è che un tal deputato sia stato sottosegretario all’istruzione”.