In Commissione Affari Costituzionali la maggioranza presenta le modifiche al decreto Cutro. Sulla stretta è scontro, con le opposizioni che serrano i ranghi. I sindaci dem chiedono al governo di fermarsi. E le regioni guidate dal centro-sinistra non firmano l’intesa sul commissario per emergenza
La maggioranza è ferma. Nessun ripensamento sull’emendamento sulla stretta alla protezione speciale preparato per il decreto Cutro.
Oggi sarà discusso in Commissione Affari Costituzionali al Senato e ripresentato direttamente in Aula, considerato che il provvedimento, a causa dei tempi stretti, arriverà in Aula senza mandato al relatore.
Le opposizioni sul tema dei migranti annunciano battaglia nell’emiciclo di palazzo Madama, mentre Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, dopo le parole della premier Meloni dall’Etiopia, rimangono unite.
Il partito di Salvini non ha ancora annunciato il ritiro dei propri emendamenti ma – spiegano fonti parlamentari della maggioranza – non si andrà in ordine sparso. La Lega, insomma, non dovrebbe insistere in Aula con le proposte di modifiche che di fatto ricalcano (nel complesso) i decreti Salvini e attenersi all’emendamento firmato da Gasparri (FI), Lisei (Fdi) e Pirovano (Lega).
Salvini: “Noi andiamo avanti”
“Noi andiamo avanti. Ci sono i numeri che dicono che la protezione speciale è stata un fallimento totale”, ha sottolineato Salvini. “Solo il 5 per cento di questi permessi speciali – ha evidenziato – che non esistono in nessun’altra parte d’Europa, sono diventati lavoro. E quindi vuol dire che erano un incentivo all’illegalità”.
Intanto le quattro Regioni guidate dalla sinistra si sono opposte alla nomina del governo del commissario ad hoc per i migranti. “Sono le uniche che si oppongono ad una cosa normale che ci chiede anche l’Europa e cioè di allontanare dal territorio chi entra irregolarmente”, ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture che ha chiuso anche alla richiesta dei sindaci del Pd di aprire un confronto sullo ius scholae, “la cittadinanza “non può essere un omaggio”.

Sala attacca: “Interventi inutili. Sembrano degli spot”
Ha sottolineato oggi il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: “Io credo che le migrazioni sono un fatto che c’è sempre stato e che c’è e va governato e non ideologizzato, quindi con questi interventi, che sembrano un po’ degli spot e alla ricerca del consenso, non si risolve un granché”, ha concluso Sala, manifestandosi preoccupato per il “rischio tendopoli”, già evocato dal collega bolognese Matteo Lepore (sul previsto aumento di irregolari).

“Cancellare la protezione aggiuntiva, come effetto pratico non produrrà né una diminuzione degli sbarchi, né un aumento dei rimpatri e neppure una gestione efficace dell’accoglienza. Che sono invece le tre priorità che il Governo deve affrontare. La sensazione è che non ci sia una bussola”, afferma invece il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
Il dibattito sulla mozione “25 aprile”
In settimana lo scontro in Parlamento tra maggioranza e opposizione sarà anche sulle mozioni. Alla Camera ci saranno quelle sulla siccità e in materia energetica, con particolare riferimento all’energia nucleare (il Movimento 5 stelle ne presenterà una per dire no al termovalorizzatore e si aspetta che il Pd la voti). Al Senato quelle sull’antifascismo.
Le opposizioni chiederanno che “le date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro siano davvero oggetto di condivisione, di riflessione, di monito e di insegnamento, non solo per i giovani, ma per tutti i cittadini”. “È necessario – si legge nel testo che richiama le parole pronunciate dalla senatrice Segre il 13 ottobre 2022, primo giorno della legislatura – che le istituzioni in primis si adoperino per la trasmissione della conoscenza della storia, frutto del rigore della ricostruzione storica unitaria e condivisa”. Si impegnerà “il Senato ad adottare le iniziative necessarie affinché le commemorazioni delle date fondative della nostra storia antifascista si svolgano nel rispetto della verità storica condivisa e possano, solo così, essere terreno fertile per il mantenimento e la costruzione di un’identità collettiva e del senso di appartenenza a una comunità”.
La maggioranza risponderà con un proprio testo. “È in lavorazione”, fanno sapere fonti parlamentari. “Come il Primo Maggio è la festa di tutti i lavoratori e non solo di qualcuno, conto che anche il 25 Aprile unisca nella condanna del passato e nella progettazione del futuro. Ma onestamente non so ancora dove sarò, è un giorno di festa”, ha detto Salvini.