“Non so perché sembra esplosa la mania di sapere tutto di tutti“, così il Presidente del Senato Ignazio La Russa commenta con il Corriere della Sera il nuovo caso dossieraggio, che avrebbe riguardato da vicino la sua figura e anche quella dei suoi figli Geronimo e Leonardo. Un gruppo di persone, tra imprenditori, ex poliziotti e hacker, gravitanti intorno alla Equalize srl, di cui l’amministratore delegato è il superpoliziotto Angelo Gallo e il socio di maggioranza è il Presidente di Fondazione Fiera Enrico Pazzali, avrebbero infatti creato una serie di banche dati parallele e illegali, contenenti migliaia di informazioni su privati cittadini, personaggi famosi e alte cariche dello Stato.
Una sorta di sequel del caso Pasquale Striano, che ora preoccupa ancora di più il governo. Ieri sera il ministro della Difesa Guido Crosetto, tra i primi a subire una fuga di notizie riguardante i suoi dati personali, avrebbe posto l’attenzione sul fatto che i vari casi dossieraggio scoperti in questi mesi, compreso quello del banchiere barese e dell’hacker napoletano, possano essere tra loro collegati da “un filo rosso“. La Russa, comunque, si dice tranquillo, principalmente perché dichiara di non avere nulla da nascondere.
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Ciò che preoccupa, però, è la capillarità del sistema di spionaggio messo in atto dal gruppo, il quale poteva contare sull’utilizzo di un sistema sofisticato, dal nome Beyond, capace non solo di infiltrarsi in banche dati riservate ma anche di estrapolare e aggregare contenuti. Alcune intercettazioni ambientali avrebbero anche permesso di scoprire che tale piattaforma sarebbe stata in grado di aggirare gli Alert posti dallo Sdi sui dati delle figure politiche. Lo avrebbe spiegato uno degli hacker della società, tentando di rassicurare Carmine Gallo: “Nel nostro caso non c’è alert. Le mie interrogazioni non le fa un poliziotto, le fanno direttamente quelli che hanno fatto l’infrastruttura e fanno la manutenzione“.
La Russa: “Mi preme sapere chi ha commissionato il dossieraggio“
La domanda da un milione di dollari, a questo punto, è comprendere chi possa essere stato a commissionare i dossier su Ignazio La Russa e sui suoi figli. Questa è la stessa domanda che si pone il Presidente del Senato, che starebbe personalmente valutando quali potrebbero essere le motivazioni che spingerebbero una persona a voler realizzare dossier su personaggi politici, famosi o privati cittadini. Innanzitutto, il Presidente ha dichiarato di essere profondamente stupito dalla presenza di Enrico Pazzali tra i nomi coinvolti nella questione.
“Lo conosco da anni e l’ho sempre ritenuto una persona perbene e vorrei poter considerare, fino a prova contraria un amico di vecchia data” ha affermato al Corriere della Sera, chiarendo di essere totalmente estraneo alla faccenda. La Russa, infatti, non era conoscenza dell’esistenza della Equalize Srl, né del fatto che Pazzali potesse collaborare con agenzie investigative private. Nonostante ciò, il Presidente si è detto “disgustato” da quanto accaduto e ha voluto sottolineare che la radice del problema potrebbe essere individuata in un campo che finora non è stato preso in considerazione.

Da un lato, secondo La Russa, i dossieraggi potrebbero rientrare nella spasmodica volontà delle persone di creare contatti influenti, di conoscere persone in ambiti di loro interesse per avere agevolazioni e aiuti di qualche tipo. Dall’altro, il Presidente sostiene che l’attività di un certo giornalismo, quello delle trasmissioni di inchiesta che creano casi senza permettere al diretto interessato di difendersi, potrebbe aver agevolato la nascita di questi casi. “Alcune trasmissioni di inchiesta mettono le persone che ne sono oggetto nell’impossibilità di avere giustizia – ha sostenuto il Presidente del Senato – Si costruisce una verità, e tu puoi smentire, spiegare che le cose non stanno così, dire che è una montatura ma non serve. La calunnia, come si dice, è un venticello“,
Dossieraggio, il caso della mail di Sergio Mattarella
Nella stessa giornata in cui i nomi dei La Russa sono entrati ufficialmente nel caso milanese del dossieraggio, un secondo filone di indagini ha permesso di comprendere quanto radicato e quanto pericoloso possa essere il sistema costruito dall’associazione legata a Equalize Srl. Un’altra intercettazione telefonica ha infatti permesso di comprendere che il gruppo sarebbe entrato in contatto con un indirizzo email presumibilmente legato al Presidente della Repubblica.
I pm nella loro requisitoria, infatti, scrivono che Calamucci, uno degli hacker, e Gallo “lasciano intendere di aver intercettato un indirizzo email assegnato alla massima carica dello Stato o comunque di essere riusciti a utilizzare abusivamente o a clonare il predetto account“. Un fatto di una gravità inaudita che sembrerebbe far comprendere le motivazioni che hanno spinto i pm a ritenere le azioni del gruppo un “possibile pericolo per la democrazia del Paese“.
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