Dossieraggio, De Raho attaccato da FI: “C’è un colossale conflitto di interessi”

Secondo i forzisti l'ex procuratore che diresse l'Antimafia avrebbe rapporti non chiari con gli indagati Striano e Laudati. De Raho avrebbe infatti dichiarato a La Stampa di non ritenere corretto che i due vengano ascoltati dalla commissione parlamentare antimafia, quando a marzo si sono rifiutati di rispondere al procuratore Cantone, che dirige le indagini

Redazione
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Il caso “Dossieraggio“, riguardante migliaia di illeciti presumibilmente compiuti dal finanziere Pasquale Striano e dall’ex pubblico ministero Antonio Laudati all’interno della Direzione nazionale antimafia, sembra ora avere un nuovo protagonista, attaccato duramente dai forzisti presenti in Commissione antimafia. Si tratta di Federico Cafiero De Raho, ex procuratore che diresse l’Antimafia nel periodo in cui erano presenti Striano e Laudati ma precedente ai presunti accessi illeciti alle banche dati private operate dai due indagati.

De Raho si trova ora al centro dei riflettori a causa di alcune sue dichiarazioni rilasciate al quotidiano La Stampa, che avrebbero infuriato gli esponenti di Forza Italia, in quanto dimostrerebbero la presunta collusione dell’ex procuratore con il caso dossieraggio. “Non mi sembra opportuno che la commissione antimafia ascolti due indagati che davanti al magistrato si sono avvalsi della facoltà di non rispondere” avrebbe infatti sostenuto De Raho, convincendo i forzisti della sua volontà di evitare ai due suoi ex dipendenti un colloquio con i commissari antimafia.

Si tratterebbe per gli esponenti di Forza Italia di un “colossale conflitto di interessi“, visto che De Raho è ora un deputato del Movimento 5 Stelle oltre ad essere ancora vicepresidente dell’Antimafia. Nella nota rilasciata dagli esponenti azzurri quindi si legge: “Siamo stupefatti che De Raho detti a mezzo stampa la lista di chi non deve essere sentito in Commissione“. L’ex procuratore ha però voluto immediatamente mettere la questione in chiaro, ricordando che il conflitto di interessi non esiste perché “il 18 febbraio 2022 sono andato in pensione, gli accessi su Crosetto e gli altri sono tra giugno e novembre“.

Dossieraggio, le accuse di Forza Italia

Se Striano e Laudati rifiutano di rispondere a Cantone, che è titolare delle indagini e conosce a fondo l’inchiesta, non è il caso che vengano qui in Parlamento“, prosegue così la spiegazione di Cafiero De Raho sul caso dossieraggio, la stessa che ha lasciato piuttosto convolti i parlamentari forzisti. Questi avrebbero infatti sottolineato che la decisione di non collaborare con le indagini da parte dei due imputati risale allo scorso marzo, quindi diversi mesi fa; da quel momento l’impianto accusatorio ha assunto contorni ben più definiti, con gravi indizi contro i due, contenuti nelle 3mila pagine che sono ora nelle mani della Commissione antimafia.

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Federico Cafiero De Raho (M5S)

Nei parlamentari di Forza Italia è quindi sorto il dubbio che Cafiero de Raho voglia in qualche modo coprirsi le spalle, evitando che due suoi ex dipendenti della Dna vengano ascoltati in Commissione. L’ex procuratore avrebbe infatti collaborato con entrambi gli indagati, anche in tempi precedenti alla sua assunzione dalla Dna. Striano infatti era presente a Reggio Calabria, quando De Raho ne era procuratore, ovvero ai tempi in cui venne arrestato l’allora ministro del governo Berlusconi, Claudio Scajola.

Laudati, invece, lavorava al gruppo Sos quando De Raho ne era coordinatore. L’ex pm avrebbe dichiarato di essersi limitato a “delegare al gruppo Sos della Dna approfondimenti investigativi, in piena conformità alle leggi, alle disposizioni di servizio e sotto il pieno controllo del procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo“.

La difesa di Cafiero De Raho

Di fronte alle insinuazioni dei parlamentari di Forza Italia, Cafiero De Raho ha deciso di non rimanere in silenzio, ma di difendere la sua persona e le sue cariche. L’attuale deputato pentastellato ritiene che non esista alcun conflitto di interesse, in primis per le tempistiche del caso e poi perché le indagini avrebbero già escluso la sua partecipazione al caso.

Non capisco cosa c’entro io” avrebbe dichiarato l’ex procuratore a La Stampa, ricordando nuovamente come “gli accessi abusivi sul ministro Crosetto e sugli altri politici di centrodestra sono avvenuti dopo che io ero andato via dalla Procura nazionale antimafia da 6 mesi” e sottolineando come da quattro mesi fosse già al lavoro il nuovo procuratore. Cafiero De Raho avrebbe poi proseguito la sua difesa, sostenendo di essere la vittima “della vicenda Striano-Laudati“, come sarebbe stato confermato anche dalle indagini e “gli atti del procuratore Cantone dove vengo indicato come persona offesa indotta alla firma“.

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