Arriva l’ok alla Camera per il Dl Rigassificatori. Il voto sulla fiducia posta dal governo sul disegno di legge di conversione del decreto con “misure urenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza per il settore energetico”.
Allo stesso tempo però, salgono le polemiche da parte di Pd e Movimento 5 Stelle.
Dl Rigassificatori: le polemiche
I sì al dl Rigassificatori sono stati 191, 108 i voti contrari e quattro gli astenuti. In Aula il deputato del Pd Claudio Mancini ha dichiarato: “Il governo con questo decreto riconosce che la crisi energetica è un problema, ma tralascia la soluzione per famiglie e imprese, né sembra avere una strategia per una vera transizione verde che sia giusta e a misura di tutti. Come Partito Democratico ribadiamo come anche su questo provvedimento si è ripetuta una tendenza che ormai il governo ha fatto propria: si apre alle opposizioni pubblicamente, ma poi si rifiuta ogni forma di collaborazione“.
Per questo motivo Mancini specifica come il Pd abbia chiesto che venissero aumentate le misure a Piombino e Ravenna – che ospiteranno i rigassificatori – ma il deputato spiega: “anche questa richiesta è caduta nel nulla“.
Polemiche anche dal Movimento 5 Stelle. Il deputato Andrea Quartini ha dichiarato in Aula: “Il Dl rigassificatori è la riprova, l’ennesima, della volontà del governo di svuotare il ruolo del Parlamento, visto che ci si è di nuovo affidati a una decretazione d’urgenza che nulla a che vedere con la ma questo governo. Al di là delle tante belle parole sulla transizione energetica, continua ripetutamente a strizzare l’occhio alle fonti fossili“.
Quartini poi insiste sui rigassificatori di Ravenna e Piombino. “Sono ininfluenti ai fini della sicurezza energetica, ma servono soltanto a consolidare la narrazione del governo e della Meloni per fare dell’Italia ‘l’hub del gas del mediterraneo“.