L’Aula del Senato ha confermato oggi la fiducia al dl omnibus, con 98 voti favorevoli, 66 contrari e un’astensione. Il decreto legge introduce misure urgenti nel settore fiscale, proroghe di termini normativi e interventi economici. Il prossimo step sarà alla Camera per l’approvazione definitiva in vista della conversione in legge entro l’8 ottobre.
Tra le tematiche più discusse ci sono il ravvedimento speciale per incentivare le adesioni al concordato biennale, nuove misure contro la pirateria nel calcio, una semplificazione dell’iter delle erogazioni sui pagamenti del Pnrr, 2 milioni in più per il bonus psicologo, più poteri per il commissario dei rifiuti della Sicilia e il salvataggio della Fondazione Santa Lucia.
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Dl omnibus, i commenti pro e contro
Tra le voci che hanno supportato il dl omnibus figura il senatore e capogruppo di Forza Italia in Commissione Bilancio a Palazzo Madama, Dario Damiani, che commenta l’approvazione del decreto al Giornale Radio. “Con il percorso di riforma fiscale stiamo costruendo un nuovo rapporto di fiducia con i contribuenti all’insegna del dialogo e della collaborazione” dichiara e spiega che in questa stessa direzione vanno sia il concordato preventivo biennale che il ravvedimento speciale per il periodo dal 2018 al 2022.
Spiega che la scelta era tra tartassare i contribuenti con il rischio di non ottenere nulla in cambio o introdurre un tipo di ravvedimento che permettesse di aumentare sin da subito il gettito fiscale. Ovviamente è stata percorsa questa seconda strada che permetterà alle partite Iva di rimediare al pagamento delle tasse che non hanno potuto pagare precedentemente. “È un intervento limitato dal quale ci aspettiamo un gettito di almeno un miliardo e mezzo. Ma non è un condono. Il nostro obiettivo è quello di sostenere tutti i contribuenti”, anche quelli dipendenti, non solo le partite Iva. E nella stessa direzione vanno gli interventi sul cuneo fiscale e sull’Irpef, che verranno portati avanti anche nella prossima manovra.
Tra coloro che criticano il dl omnibus, o almeno alcune misure contenute in esso, ci sono la vicepresidente di Azione Elena Bonetti e il senatore di Azione Marco Lombardo. Questi palesano in una nota la loro contrarietà al bonus tredicesime di 100€, dato che per loro riflette la concezione discriminatoria che il governo ha delle famiglie con i figli: “Il bonus è concepito come una superdetrazione fiscale per carichi familiari e esclude le coppie con figli non coniugate o separate, chi percepisce redditi da lavoro autonomo, gli incapienti, che sono i più poveri, e le coppie in cui lavorano entrambi i coniugi”.
Da Azione fanno sapere che la loro proposta è stata invece quella di spendere i 100 milioni di euro stanziati “in modo più giusto e efficiente, senza discriminare alcun minore a motivo della composizione del suo nucleo familiare“. Quindi hanno proposto, in un primo emendamento, di destinare la somma a quei genitori con figli a carico di età inferiore ai 3 anni e con una posizione Isee sotto i 15.000 euro. E in un secondo emendamento, di destinare il bonus a nuclei in cui entrambi i genitori siano percettori di redditi da lavoro e abbiano figli a carico di età inferiore ai 6 anni, con una posizione Isee al di sotto dei 15.000 euro.
“Ponendo la fiducia sia al Senato che alla Camera il governo impedirà di discutere questi emendamenti in Parlamento. Noi continueremo a proporre politiche socialmente eque e non infarcite di pregiudizi ideologici”, concludono Bonetti e Lombardo .
Contro il decreto si scaglia anche il senatore dell’Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni, il quale ha criticato apertamente che “è un provvedimento che proprio non ci piace. Una serie di norme disomogenee del tutto insufficienti, marchette senza un filo conduttore inutili a risolvere i problemi dell’Italia e degli italiani onesti”.
Sul concordato biennale dice che la proposta di un beneficio d’imposta per il periodo 2018-2022 è “un condono tombale che rappresenta un fallimento nella lotta all’evasione fiscale” e che sarà recepito dagli evasori come un via libera a continuare a evadere, perché “tanto prima o poi ci sarà una nuova sanatoria”. Un condono che per di più ha un costo di 986 milioni in 5 anni, quindi “oltre al danno la beffa”.
Per Magni la maggioranza ha peggiorato un testo che già era “impresentabile” e anche lui ha criticato il bonus Natale, dato che rappresenta “l’idea sbagliata che la destra ha della famiglia”. Ma la cosa peggiore è che non ci sono “politiche concrete e strutturali” per affrontare le vere emergenze dell’Italia, ovvero “la riduzione delle diseguaglianze, l’aumento degli stipendi, il sostegno alle piccole e medie imprese, misure per la crescita”. Quindi AVS ha votato contro il decreto perché non si riconosce nelle misure e non vede in queste dei cambiamenti che possano avvicinare il nostro paese al futuro, in primis alla transizione ecologica.
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