Il senatore Zaffini e il presidente della Regione Veneto Zaia hanno recentemente parlato del dl liste d’attesa, concentrandosi l’uno sugli errori fatti dalla sinistra in ambito sanità, e l’altro sul problema dell’articolo 2 del decreto che lede l’autonomia delle regioni.
Dl liste d’attesa, Francesco Zaffini contro la sinistra
Il senatore di Fratelli d’Italia, Francesco Zaffini, presidente della Commissione Sanità
e Lavoro di Palazzo Madama, ha avvertito di stare attenti a ciò che dice la sinistra con la Schlein sul tema sanità, perché la leader è “totalmente digiuno dei temi della Salute, continua a speculare sulla sofferenza degli italiani, specialmente dei fragili che aspettano una prestazione sanitaria e non ce l’hanno nei tempi e nei modi in cui se la meritano”. Dice che la sinistra ha creato queste condizioni, e specula “su tale circostanza facendone strumento di propaganda politica e di strumentalizzazione elettorale”.
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Continua dicendo che la sinistra ha “fatto della Salute un bancomat“, ci ha dato un paese senza medici, senza infermieri, senza soldi nel fondo sanitario nazionale perché hanno tagliato 39 miliardi, senza ospedali e terapie intensive. Sottolinea la differenza tra nord, dove la sanità è concentrata tutta sugli ospedali, e al sud, dove le regioni sono commissariate da anni. Il Covid è stato affrontato così senza un piano pandemico, facendo migliaia di morti e centinaia di migliaia di attività chiuse, con infiniti decessi economici con le incomprensibili misure restrittive.
“Da questi signori, in totale malafede, non accettiamo lezioni! Loro non ci possono venire a dire che un decreto che è fatto per rimettere al centro i cittadini e i loro bisogni di cura, come quello per l’assorbimento delle liste di attesa, è un decreto da buttare alle ortiche”, questo perché le Regioni non vogliono essere controllate, non vogliono lasciare che lo Stato verifichi dove vada il denaro che gli viene indirizzato. E in modo particolare se questi soldi devono essere investiti sulle liste d’attesa.
Zaffini prosegue confermando che la Commissione del Senato di cui è presidente andrà avanti col provvedimento, “valuterà gli emendamenti, accogliendo quelli che potrà accogliere e ovviamente respingerà quelli che non tengono conto dell’impianto di questo provvedimento, compreso il famoso articolo 2″, quello che permette allo Stato di verificare che le Regioni agiscano per assorbire il dl.
Dl liste d’attesa, Luca Zaia e l’autonomia delle regioni
Dell’articolo 2 del decreto ne ha parlato anche il presidente del Veneto Luca Zaia (Lega). Afferma che il dl influisce sull’autonomia delle regioni, perché l’articolo in questione “mette in discussione tutto l’impianto del tema delle competenze”. Il presidente è sicuro che i cittadini vogliono una sanità gestita dalle regioni, quindi dal presidente che hanno eletto, e non da Roma.
Inoltre continua dicendo che il Veneto ha già da tempo adottato molte misure presenti nel dl, come gli ospedali aperti di notte. Mentre bisognerebbe concentrarsi sul tema della mancanza dei medici: “è un tema che pesa tantissimo perché è il vero tema al quale ovviamente si aggiunge un carico in crescendo di prestazioni date dal tema della dell’appropriatezza della cura, della medicina difensiva e molto altro ancora”.
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