La Camera ha approvato la fiducia posta dal governo sul dl Coesione con 190 voti a favore, 124 voti contrari e 4 astenuti. Il decreto approvato dal Parlamento vuole riequilibrare le differenti zone economiche del Paese, con uno sguardo particolare al Sud Italia. Gran parte dei 2,8 miliardi di euro, previsti ed investiti attraverso il decreto coesione, a valere sul programma nazionale giovani, donne e lavoro 2021-2027 e sulle risorse della misura 5 del PNRR andranno nella direzione del Mezzogiorno.
La fiducia è posta sul testo licenziato dalla Commissione bilancio, lo stesso a quello approvato dal Senato. La votazione per appello nominale si terrà oggi pomeriggio, con inizio alle 16, mentre alle 14.15 si svolgeranno le dichiarazioni di voto. A seguire, l’esame degli ordini del giorno, mentre il 4 luglio è previsto il voto finale.
Dl Coesione, dalla Lega a Forza Italia: le reazioni della politica
“Il nostro Governo sta dimostrando di preferire, invece, la felicità della crescita e delle riforme economiche e costituzionali“. Così il deputato della Lega Nicola Ottaviani, segretario della Commissione bilancio della Camera, nella dichiarazione di fiducia al Governo da parte della Lega. Il decreto Coesione “disegna finalmente un futuro, per quelle categorie svantaggiate, sempre trascurate da quel folle Totem della sinistra, chiamato ‘Decrescita Felice’“, ha poi aggiunto.
La deputata di Forza Italia, Chiara Tenerini, responsabile del dipartimento Lavoro, durante la dichiarazione di voto alla fiducia per il decreto ha affermato: “Forza Italia voterà convintamente il decreto che permetterà il rilancio delle politiche in materia di coesione economica e territoriale. Grazie a un emendamento presentato da Forza Italia in Senato, vengono introdotte delle modifiche al Testo unico degli enti locali (TUEL), finalizzate a una semplificazione della gestione della liquidità volta a favorire una riduzione dei tempi di pagamento dei debiti commerciali. Con questa riforma, avremo una zona economica speciale unica che copre l’intero Mezzogiorno, un incentivo per attrarre anche capitali esteri“.
Dl Coesione: polemica dall’opposizione
La fiducia alla Camera sul decreto Coesione ha creato non poche polemiche da parte dell’opposizione. Primo tra tutti Giulio Sottanelli, deputato di Azione che afferma: “Azione voterà no all’ennesima richiesta di fiducia del governo al Parlamento e lo farà per ragioni di forma, di sostanza e per la mancanza di coerenza rispetto alle scelte politiche che il governo sta portando avanti“. Il deputato è intervenuto in Aula in dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal governo sul decreto: “Si conferma innanzitutto un eccessivo ricorso alla decretazione di urgenza e alle fiducie, siamo ormai a livelli record, con il Parlamento completamente delegittimato. Quanto alla sostanza, pur condividendo alcune scelte procedurali restano evidenti criticità nel merito. Noi avremmo voluto maggiore attenzione su scuola, intelligenza artificiale, cybersicurezza, giovani, donne“.
Alla polemica si unisce anche il vicepresidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi: “L’aspetto più assurdo del decreto coesione è che non c’è traccia di politiche di coesione. Per l’ennesima volta il Governo centralizza a Palazzo Chigi la programmazione e l’utilizzo delle risorse europee e nazionali, e rende bilaterale la negoziazione dei processi di attuazione. L’unico punto chiaro è che non si può spendere nemmeno un euro, per esempio, per stabilizzare a tempo indeterminato il personale amministrativo o per un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato di personale specializzato. Né per un piano di formazione e aggiornamento degli attuali dipendenti“.
Anche dal Partito democratico sorgono dubbi sull’efficacia del decreto. Lo dichiara in Aula di Montecitorio il deputato dem Silvio Lai esprimendo il voto contrario del Pd alla fiducia posta dal governo sul dl: “Siamo davanti ad un altro voto di fiducia, l’ennesimo, su un decreto che ha solo sfiorato la Camera: 3 ore in Commissione e una giornata in Aula. Quindi ci troviamo ad un’approvazione al buio e a un testo sconosciuto a 2/3 dei parlamentari. Oggi si vedono gli errori e le marce indietro: se non si fanno i conti con se stessi, la verità emerge sempre prima o poi e lo dimostrano le indagini di Fanpage, gli spari, i saluti romani, le dichiarazioni violente e volgari di consiglieri comunali e regionali“.
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