Marcello De Angelis nella bufera delle polemiche dopo il suo post scritto sulla strage di Bologna. Il responsabile della comunicazione Istituzionale della Regione Lazio non si trattiene a dire la sua rispondendo con un altro post.
De Angelis torna nella polemica
In un brano scritto 30 anni fa e poi un post, più recente, sulla sua pagina Instagram descrive gli ebrei come “una razza di mercanti” che “ci violentano le donne”. Si riaccende la polemica su Marcello De Angelis, capo della comunicazione della Regione Lazio già finito nel mirino per le dichiarazioni fatte tempo fa sulla strage di Bologna di cui negava la matrice fascista.
De Angelis: il post sulla strage di Bologna
“So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza” scrive Marcello De Angelis, ex terrorista nero, cognato dell’ex Nar Luigi Ciavardini e oggi responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio guidata da Francesco Rocca. Il post pubblicato su Facebook continua: “Un giorno molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)“.
De Angelis: “Ho espresso la mia opinione”
“Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare. Non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo” scrive sul post di risposta.
De Angelis dichiara come abbia semplicemente espresso il proprio pensiero, senza timore per le conseguenze. “Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso“, conclude De Angelis.
De Angelis: “Chiedo scusa a tutti”
“Negli ultimi giorni ho esternato delle riflessioni personali – afferma De Angelis – che sono invece diventate oggetto di una polemica collettiva. Intendo scusarmi con chi – e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine – ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che è diventata di dimensioni per me inimmaginabili”.
De Angelis, Rocca: “Scuse sentite, non revoco fiducia”
“Non revocherò la fiducia a Marcello De Angelis. L’ho incontratoieri, in tarda serata, ed ho preso la decisione dopo lunghe riflessioni e un attento e sincero confronto, Dunque, manterrà la direzione della Comunicazione Istituzionale in Regione”. Queste le parole del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.
”Sono consapevole che, quanto affermato da Marcello De Angelis nei giorni addietro in merito la strage di Bologna – spiega Rocca – ha offeso e agitato gli animi di molti, ma co certezza affermo che il suo è stato uno sbaglio, dettato da un forte coinvolgimento personale e affettivo a terribili accadimenti che, ancora oggi, sono protagonisti del dibattito politico nazionale.
Il mio primo pensiero è andato ai familiari delle vittime di Bologna e a quanto una parola sbagliata possa riaprire ferite mai rimarginate”, ha continuato Rocca sottolineando: “Un punto fondamentale su cui ci siamo soffermati per molto tempo è quello del rispetto delle sentenze. Nella mia vita ho sempre cercato di agire con il massimo rispetto per le opinioni altrui e per la libertà di espressione. Non ho mai censurato nessuno, ho fatto del dialogo il mio faro in qualunque tipo di attività intrapresa e cerco di ascoltare il dolore che si cela anche dietro a un passo falso”.
De Angelis: l’incontro tra Rocca e De Santis
“Oggi pomeriggio e sentirò cosa mi dirà. De Angelis ha commesso un errore importante parlando in termini di certezza anche se a titolo personale. Io farò le mie valutazioni ma lui non ha alcun ruolo politico nell’amministrazione regionale” dichiara Rocca dopo un evento a Latina. Il presidente del Lazio ricorda lo stretto rapporto con la premier Meloni e sul fatto di De Angelis. “Abbiamo avuto modo di sentirci: mi ha chiesto di chiarire e certamente non era felice” ha replicato.
Ceraudo, direttore ospedale carcere Pisa: “Finalmente qualcuno ne parla”
“Personalmente non conosco Marcello De Angelis, ma appena ho letto i giornali ho pensato: finalmente qualcuno ne parla“. Lo afferma Francesco Ceraudo, già presidente nazionale dei medici penitenziari, e direttore dell’ospedale del carcere di Pisa, quando fu ricoverato, nel 1981, Massimo Sparti, testimone fondamentale della strage di Bologna.
Secondo Ceraudo, le cartelle cliniche di Sparti sarebbero state ”contraffatte”, con la conseguenza che il testimone chiave riuscì a uscire dal carcere come malato terminale, anche se poi visse altri 20 anni“.
“Tutto ruota attorno la testimonianza di Sparti, appartenente alla Banda della Magliana, che all’epoca dei fatti fece i nomi di Mambro e Fioravanti, e lo stesso Sparti confessò al figlio, in punto di morte, che loro non c’entravano nulla… La Cassazione ha
espresso l’ultimo parere, ma si sbagliano”.
“Io ho raccontato dei fatti ma non hanno convinto i giudici di Bologna perché andavano a modificare tutto. Sono stato giudicato un teste non attendibile – spiega oggi Ceraudo – Ma con gli elementi che ho in mano sono certo che Francesca Mambro e Valerio Fioravanti non c’entrano nulla con la strage di Bologna”.
De Angelis, la risposta di Rocca
“Marcello De Angelis ha parlato a titolo personale”. Lo dichiara in una nota il
presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. “E’ stato mosso da una storia familiare che lo ha segnato la sua vita nel profondo, e nella quale ha perso affetti importanti”.
“Marcello si e’ espresso sulla sua pagina Facebook da privato cittadino e non nella sua carica istituzionale che – spiega – per altro non e’ quella di portavoce come in maniera decisamente errata riportato da molti giornali. La mia portavoce – chiarisce Rocca – e’ Carla Cace”.
“Il dott. De Angelis e’ responsabile della Comunicazione istituzionale della Regione, scelto per tale ruolo tecnico in base alla sua pluriennale esperienza professionale. Non ha niente a vedere con l’indirizzo politico dell’Istituzione che, con onore, rappresento.
“Essendo fondamentale il dialogo nell’ambito delle mie modalità di lavoro, verificherò con attenzione nei prossimi giorni il da farsi, ma solo dopo aver incontrato Marcello De Angelis”.
“Partiamo dal fatto che le sentenze si rispettano e, visto che il mio mestiere è quello dell’avvocato, non posso che ribadire questo. Il motivo – spiega Rocca – delle stragi in Italia (Bologna l’episodio più straziante) e’ ancora una ferita aperta per l’Italia. La bomba del 2 agosto mirava a invertire l’ordine democratico e i valori costituzionali a noi tanto cari. Una pagina di storia dolorosa e segnata da presenze e ombre inquietanti”.
“Il rispetto per le sentenze – continua il presidente – non esclude dalla capacità e volontà di cercare continuamente la verità, in particolar modo su una stagione torbida e piena di ombre, dove gli interessi di servizi segreti, apparati deviati e mafia si sono incontrati”.
“Sono convinto – spiega Rocca – che chi rappresenta le Istituzioni abbia il dovere di denunciare, in primis, l’orrore per il gesto e rispettare il dolore per le vittime della strage, esprimendo solidarietà ai familiari e condannando la violenza. Cosa che, come ogni anno anche in altre vesti, ho fatto sentitamente e non per circostanza“.
Direttore ospedale carcere Pisa: “Finalmente qualcuno ne parla”
“Personalmente non conosco Marcello De Angelis, ma appena ho letto i giornali ho pensato: finalmente qualcuno ne parla”. Lo afferma Francesco Ceraudo, già presidente nazionale dei medici penitenziari, e direttore dell’ospedale del carcere di Pisa, quando fu ricoverato, nel 1981, Massimo Sparti, testimone chiave della strage di Bologna.
Secondo Ceraudo, le cartelle cliniche di Sparti sarebbero state ”contraffatte”, con la conseguenza che il supertestimone riuscì a uscire dal carcere come malato terminale, anche se poi visse altri 20 anni.
“Tutto ruota intorno alla testimonianza di Sparti, un appartenente della Banda della Magliana, che all’epoca dei fatti fece i nomi di Mambro e Fioravanti. Lo stesso Sparti in punto di morte confessò al figlio che loro non c’entravano nulla… Ormai è tutto cristallizzato, la Cassazione ha
espresso l’ultimo parere, ma si sbagliano”.
“Io ho raccontato dei fatti ma non hanno convinto i giudici di Bologna perché andavano a modificare tutto. Sono stato giudicato un teste non
attendibile – spiega oggi Ceraudo – Ma con gli elementi che ho in mano sono certo che Francesca Mambro e Valerio Fioravanti non c’entrano nulla con la strage di Bologna”.
De Angelis: la reazione dei politici
Primo tra tutti a commentare è Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna: “Ignobile e bugiardo. Venga a dirle a Bologna queste cose. Guardando negli occhi i famigliari delle vittime della strage fascista del due agosto“. A prendere la parola sul caso anche Daniele Leodori, segretario Pd Lazio e Mario Ciarla, capogruppo Pd alla Pisana: “Un tentativo di riscrivere la storia della strage di Bologna nonostante una verità giudiziaria scritta nero su bianco. Chiediamo al Presidente Rocca di prendere le distanze e a De Angelis di fare un passo indietro: chi scrive certe cose non può guidare la comunicazione della nostra Regione“.
Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs dichiara: “Non capiamo come questa persona possa continuare a fare il portavoce del presidente della Regione. Se questo Marcello De Angelis è a conoscenza di fatti nuovi e rilevanti vada in Procura. E comunque aspettiamo che il Presidente Rocca lo destituisca“. Dello stesso parere Marietta Tidei e Luciano Nobili, consiglieri regionali di Azione-Italia Viva che condannano le dichiarazioni di De Angelis.
Alle polemiche si aggiunge anche Sandro Ruotolo della segreteria Pd su Twitter.
L’appello anche da Alessio D’Amato: “Il presidente Rocca prenda le distanze dal suo portavoce De Angelis. Le sue parole sono un affronto ai familiari delle vittime della strage neofascista di Bologna e alla verità giudiziaria. Non trascini l’ istituzione Regione in questo affronto storico“.